Tumore alla tiroide, l’eccesso diagnostico non serve
Il 90% delle diagnosi di cancro alla tiroide sono inutili. Ad affermarlo uno studio effettuato dall’Iarc dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per la ricerca sul cancro e del Cro di Aviano, pubblicata dal New Englands Journal of Medicine, secondo cui l’eccesso diagnostico porta a terapie inutili con rischi non indifferenti per i pazienti.
I ricercatori hanno effettuato questa indagine, verificando il tutto su un campione piuttosto vasto, ovvero hanno analizzato i registri dei Tumori di 12 paesi industrializzati, come la Francia ma anche l’Italia. Lo studio condotto da questo gruppo di ricercatori è stato, poi, pubblicato sul New England Journal of Medicine. Dai dati forniti dal registro dei tumori è emerso, dunque, che almeno 470000 donne 90000 uomini hanno ricevuto una diagnosi totalmente inutile. In merito è intervenuta, Silvia Franceschi, ossia uno degli autori, la quale ha dichiarato: «La maggior parte delle sovradiagnosi portano ad una tiroidectomia totale e spesso anche ad altri trattamenti pericolosi come radioterapia e l’asportazione del linfonodo del collo senza benefici provati in termini di sopravvivenza». Ciò che i ricercatori intendono denunciare è proprio il fatto che nella maggior parte dei casi vengono effettuati troppi esami con la conseguenza che spesso il tumore alla tiroide viene trattato anche quando in realtà non ce ne sarebbe un effettivo bisogno. «Molti dei tumori alla tiroide, scoperti e curati, non avrebbero nella realtà mai condizionato la vita dei pazienti, ne messo in pericolo il loro stato di salute – spiega Salvatore Vaccarella, noto epidemiologo dello Iarc – perché nella maggior parte dei casi si sarebbe trattato di noduli benigni per i quali sarebbe stato sufficiente un attento screening in grado di monitorarne la eventuale crescita ed evoluzione di anno in anno, evitando di sottoporre il paziente a cure invasive ed anche ad interventi chirurgici, spesso prematuri e comunque anche rischiosi per il paziente stesso».
Tuttavia, è doveroso precisare, che esistono dei casi in cui è essenziale la diagnosi di tumore alla tiroide e questi sono quando i noduli, causati dalla crescita anomala delle cellule che compongono la ghiandola, sono maligni e, dunque, potenzialmente possono trasformarsi in adenocarcinoma papillare follicolare o midollare. Sarebbero, quindi, questi i casi in cui è importante intervenire con cure mirate o, nel peggiore dei casi, con interventi chirurgici volti ad asportare il tumore stesso. Secondo gli esperti, la sovradiagnosi è la causa principale dell’aumento dei casi di tumori tiroidei riscontrato negli ultimi tre decenni. I Paesi più colpiti da questo fenomeno, secondo Vaccarella, «sono stati gli Stati Uniti, l’Italia e la Francia».