Terapia mirata per sconfiggere l’autismo: i dati IdO
Migliorare il Q.I. (Quoziente Intellettivo) di un giovane paziente autistico da oggi si può. E non necessariamente tramite l’abitudinario lavoro cognitivo, bensì attraverso “Una terapia centrata sul corpo e sulla relazione che consente al bambino di aprire il suo mondo interno all’ambiente sociale, attivando quei meccanismi imitativi essenziali per il loro sviluppo”.
L’Istituto di Ortofonologia (IdO) ha recentemente svelato i dati di una ricerca che si pare rivelarsi più che promettente, pubblicata sulla rivista “Psychological Reports”. Lo studio è durato ben 4 anni ed ha coinvolto un campione di 90 soggetti affetti da autismo di età compresa tra i 2 ed i 16 anni. I dati di questo studio che lascia ottimi margini di speranza nella cura e nella possibile “remissione” dell’autismo verranno discussi a Roma dal 16 al 18 ottobre, nel corso del XVI Congresso Nazionale promosso dalla Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Psicodinamica del’Età Evolutiva dell’Istituto di Ortofonologia, dal titolo “Il processo diagnostico nell’infanzia. Cosa e come valutare clinicamente sintomi e comportamenti del bambino”. Stando allo studio citato da IdO “Dopo quattro anni di trattamento 30 bambini (il 33%) sono migliorati passando nella categoria di spettro autistico, e 26 bambini (il 29%) non hanno più soddisfatto i criteri per una diagnosi di autismo”.
“Di questi 26 bambini, all’inizio della terapia 10 avevano una diagnosi di autismo e 16 di spettro autistico – prosegue la ricerca, realizzata nell’ambito del “Progetto Tartaruga”, che ha controllato nel corso di questi lunghi 4 anni i cambiamenti nei parametri cognitivi dei pazienti, quali: QI, ragionamento fluido, miglioramento dei sintomi indotti dall’autismo – All’inizio tutti i 90 bambini avevano avuto una diagnosi di autismo, successivamente 61 bambini (il 68%) erano autistici e 29 (il 32%) entravano nella categoria dello spettro. Dopo quattro anni di trattamento, 34 bambini (il 38%) hanno mostrato una sintomatologia autistica, 30 (il 33%) sono scesi nella categoria di disturbo dello spettro autistico e 26 minori (il 29%) non hanno più soddisfatto i criteri per ricevere una diagnosi di autismo o di spettro autistico“. Dati decisamente incoraggianti che lasciano presagire, in un futuro neanche tanto lontano, una possibilità concreta, per i pazienti affetti da autismo, di condurre una vita “normale”.