Terapia del dolore, la denuncia della Lorenzin: “Legge non applicata in tutta Italia”
L’Italia mostra una certa arretratezza in materia di terapia e gestione del dolore. Nonostante esista una legislazione sulle cure palliative nel nostro Bel Paese, infatti, non tutte le regioni la mettono in pratica, in barba al rispetto delle già drammatiche condizioni di salute del paziente
A denunciare questa situazione è stata il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, nell’ambito del convegno voluto e promosso da Grunenthal Italia al Senato per i cinque anni dall’approvazione. Il Ministro non ha usato mezzi termini per spiegare lo stato della sanità italiana di fronte al ricorso alle cure palliative per alleviare il dolore in pazienti con patologie gravi. ”E’ innegabile – sottolinea la Lorenzin in una nota – che persistano ancora sensibili differenze tra le realtà regionali e che molto resti da realizzare per garantire un’offerta assistenziale omogenea in termini di qualità, equità ed accessibilità delle prestazioni”.
Per somministrare correttamente la cosiddetta “terapia del dolore” è fondamentale, a detta di Beatrice Lorenzin, conoscere le necessità di ogni singolo paziente. ”L’impegno crescente degli operatori deve essere di garantire un ventaglio di opportunità assistenziali adattato sia alle esigenze del paziente, ma anche alle aspettative, ai bisogni e alle volontà dell’individuo”.
La terapia del dolore è ancora una sorta di “spina nel fianco” della sanità italiana, anche perchè la cura del dolore cronico nel nostro Paese è affidata soprattutto all’utilizzo dei FANS (Farmaci Antinfiammatori Non Steroidei). In Italia sono utilizzati pochissimo gli oppioidi, sdoganati invece nel resto d’Europa per le note proprietà antidolorifiche e rilassanti. Sono 8 milioni gli Italiani che soffrono di dolore cronico e che attendono pazientemente, da Nord a Sud dello Stivale, una terapia adeguata.