Terapia con tecnica del freddo per curare tumore e ipertensione
La terapia che adotta la tecnica del freddo per curare tumore e ipertensione è stata applicata con successo su una paziente a Padova, per la prima volta al mondo
Un piccolo tumore, un reninoma, causava l’ipertensione arteriosa a una giovane donna che sottoposta a una procedura chirurgica innovativa di crio-ablazione, mai utilizzata prima per questa patologia, è riuscita a guarire.
La procedura è stata eseguita a Padova dall’equipe guidata dal professor Gian Paolo Rossi. In particolare, il piccolo tumore secernente renina alterava i valori del sangue andando a provocare l’ipertensione. Attraverso questo intervento, per la prima volta al mondo senza utilizzo di farmaci, i valori sono rientrati nella norma.
Il caso è stato oggetto di attenzione anche della rivista ‘The American Journal of hypertension’ che ha pubblicato un articolo descrittivo di quanto eseguito con procedura di crio-ablazione, ben tollerata dalla paziente che ora, a distanza di un anno, risulta normotesa, ovvero non presenta alterazioni nella pressione arteriosa. La scelta di procedere con la crio-ablazione è maturata dalla scoperta della patologia di cui era affetta la giovane ventenne, causata dalla presenza del rarissimo tumore.
I medici dell’azienda ospedaliera di Padova hanno proceduto dapprima praticando una leggera anestesia per via percutanea, con un ago di 1,5 mm sul fianco destro della paziente, con lo scopo di prelevare una piccola quantità di cellule. Successivamente, hanno usato un secondo ago che ha eseguito due cicli di raffreddamento di 10 minuti, alternati a due cicli di riscaldamento. Ciò ha permesso di creare una ‘palla’ di ghiaccio che ha distrutto il tumore, senza intervenire chirurgicamente e quindi evitando alla paziente anche tanti giorni di degenza.
“In passato questi pazienti venivano considerati affetti da ipertensione essenziale e avviati a una terapia farmacologica che doveva durare tutta la vita. Oggi riusciamo a riconoscere una causa dell’ipertensione su cui è possibile intervenire e guarire circa il 25% dei pazienti che arrivano al nostro centro da tutta Italia” – ha spiegato il professor Gian Paolo Rossi.