Solidarietà e altruismo

In questo periodo si parla spesso di “solidarietà”. Mi chiedo se esista ancora o se al giorno d’oggi ognuno pensi solo a sé! Sono divorziata con un bambino di dieci anni che sto praticamente crescendo da sola. I miei sono troppo anziani per potermi aiutare e il mio ex ha sempre da fare…  Con il lavoro e la casa faccio veramente  fatica a seguire tutti gli impegni di mio figlio, anche se cerco di accontentarlo quando possibile. Se potessi permettermi una baby sitter potrei riposarmi e dedicare un po’ più tempo a me stessa, cosa che non capita più da anni. I miei vicini di casa, i membri della mia parrocchia, le mamme dei compagni di classe di mio figlio, tutti mi vedono correre da mattina a sera e cercare di sbarcare il lunario, nessuno però mi ha mai proposto di lasciare il bambino con loro anche solo per un ora o di aiutarmi nelle piccole riparazioni della casa! Tutti parlano e si lamentano ma in fondo nessuno fa nulla. Mi scusi per lo sfogo.

Elisa V.

Solidarietà e altruismo, pensare agli altri, aiutare gli altri… Alcune culture tendono a enfatizzare gli aspetti collettivi dell’agire sociale, le tradizioni orientali sono tendenzialmente di stampo relazionali e pongono l’interesse della collettività al di sopra dell’interesse individuale. Ciò comporta una maggiore attenzione al prossimo e maggiore altruismo. Altre culture, come la nostra, tendono invece ad enfatizzare gli aspetti individualistici-egoistici; la nostra società moderna ha sviluppato elementi  di attenzione esclusiva al proprio benessere personale ed ora si pone il problema, che affronta con non poca incredulità, dell’altruismo come fenomeno scomparso. Fino al secolo scorso la cultura rurale italiana era basata su maggior cooperatività, la vita si svolgeva in grandi cascine dove convivevano numerose famiglie e dove si ripartiva il lavoro dei campi e la vita quotidiana. Attualmente i nuclei famigliari molto frequentemente sono disgregati e non condividono più l’opportunità e di offrirsi sostegno vicendevolmente e di collaborare insieme.

Quando scatta la sensazione di malessere?

Quando sopravviene la  “Percezione di ingiustizia”. La percezione che il risultato della distribuzione dei benefici sia ingiusta, ha a che vedere con le quantità di risorse ottenute: ho meno di quello che merito! Sono vittima di un trattamento ingiusto! Il confronto con gli altri è inevitabile, la susseguente percezione di disuguaglianza porta l’individuo a mettere in atto strategie per ripristinare la propria posizione sociale in modo da riconfermare la visione positiva che ha di sé.

Cosa ci porta ad essere altruisti?

Il pensare agli altri, l’aiutare gli altri, tutto questo ha dei grossi costi a livello di tempo e di fatica e se è vero altruismo non dovremmo aspettarci di ricevere nulla in cambio.

In una società come la nostra le norme per l’altruismo non sono così chiare come le norme per l’aggressività, tuttavia la solidarietà ha anche un senso nell’evoluzione della specie e un suo compito. In tutte le specie ci sono animali che per esempio segnalano i pericoli, le scimmie emettono suoni diversi per segnalare se il pericolo viene dall’altro (rapace) o dal basso (serpente), alcune api si suicidano per salvare l’ape regina …

E nella specie umana come funziona? Noi siamo molto altruisti con i nostri figli per esempio, è molto facile essere altruisti con i nostri genitori, con i parenti più stretti, ma via via che la parentela diventa più lontana l’altruismo cala. I rapporti di consanguineità facilitano l’altruismo, più una persona è vicina a livello consanguineo più sarà altruista.

Anche la somiglianza è un aspetto molto importante: siamo più empatici verso persone che sono simili a noi. Siamo più empatici verso una tragedia naturale se questa è avvenuta vicino a noi piuttosto che dall’altra parte del mondo, siamo più empatici se una violenza l’ha subita una persona simile a noi rispetto a una completamente diversa da noi.

L’ importanza dell’empatia nell’altruismo

L’ attivazione emotiva è fondamentale per la messa in atto di comportamenti altruistici,  l’empatia è fatta di compassione, simpatia di una persona che osserva un’altra in difficoltà: quando una nostra amica ci racconta un dramma personale noi proviamo dolore, in forma attenuata, proviamo lo stesso dolore che prova la nostra amica. Essere empatici significa mettersi in risonanza emotiva con un’altra persona. Osservare la sofferenza degli altri può attivare due tipi di emozioni: disagio personale e reale preoccupazione. La sofferenza degli altri a volte ci crea disagio e a noi non piace stare in una condizione di disagio.

Se siamo in una situazione che ci crea disagio quindi, o aiutiamo quella persona se pensiamo che il nostro aiuto sia efficace o ignoriamo semplicemente la situazione dandole un peso minore rispetto a quello che realmente ha.

Ci sono però anche situazioni in cui, per esempio, una persona sacrifica la propria vita per una persona che sta annegando in mare. Cioè un soggetto sta salvando la vita di un perfetto sconosciuto e mette a rischio la sua per fare un atto altruistico. Allora esiste realmente la possibilità che un individuo sia incondizionatamente altruista (Batson).

L’altra faccia della medaglia: come le persone reagiscono al nostro aiuto?

Se offrire un aiuto ci fa sentire meglio (incremento dell’autostima e autoefficacia), ricevere un aiuto ci fa sentire deboli, incapaci.. per questo alcune persone rifiutano l’aiuto, per dimostrare che ce la fanno da sole, perché il voler aiutare ricorda a chi viene aiutato un suo stato di debolezza. Potremmo quindi avere delle vittime che reagiscono molto male al nostro aiuto. Per vincere tale disagio la vittima può reagire sottostimando il contributo dell’aiuto offerto e mostrando reazioni negative verso chi offre aiuto, proprio per questo senso di inferiorità.

Norma di reciprocità: una questione di dare-avere

E’ una legge universale e ha una base di tipo evoluzionistico. “Se ti faccio un favore oggi e non ti chiedo nulla in cambio, ma avendoti fatto questo favore io mi aspetto che prima o poi quando starò male tu ci sarai per me”. Questa è una legge che noi utilizziamo in tutte le nostre relazioni interpersonali, non è così esplicita, però implicitamente noi ci troviamo in situazioni in cui ci aspettiamo una reciprocità. Le persone restituiscono l’aiuto a chi l’ha offerto loro o lo faranno in futuro,  il prestare aiuto corrisponde ad una successiva richiesta di aiuto.

Dott.ssa Elisa Mazzola, Psicologa

2 comments

  • Cara Dott.ssa Elisa, le tue esposizioni sono chiare, fascinose e mi dispongono alla riflessione … quando descrivi l’empatia … ed il suo rovescio della medaglia … <> … io considero meglio l’uso del termine Affinità …. si tratta di una qualità variabile. che se concepita e considerata bene … ci permette di essere parzialmente refrattari a quelle risonanze emotive che potrebbero far capitolare il desiderio di dare aiuto nel presente ed in futuro… Poi è vero se ti faccio un favore o ti do sostegno .. prima o poi mi aspetto la reciprocità … solo alcune persone dotate di tanto amore verso gli altri … riescono a dare aiuto verso una direzione senza Autenticamente non aspettarsi nulla. Santi … Spiriti eletti … Laici con un alto senso del valore della Vita !!!
    ciao

  • interessanti risposte!!!carino anche il giornale!!un saluto a presto elisa

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