Ricercatrice italiana scopre il meccanismo della memoria cellulare
Una ricercatrice italiana ha scoperto il meccanismo che regola la memoria cellulare, importante nella risposta immunitaria e in funzione della lotta contro il cancro
Si chiama Luigia Pace, ha 41 anni ed è di Roma ma ha trascorso parte della sua vita lavorativa tra la Francia e la Germania ed è da poco rientrata in Italia, dove è impegnata all’Italian Institute for Genomic Medicine di Torino, grazie al doppio finanziamento della Fondazione Armenise Harvard e della Compagnia di San Paolo.
Luigia Pace è biologa e con il suo studio ha scoperto il meccanismo che regola la memoria cellulare coinvolta nella risposta immunitaria. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Science e aprono a nuove prospettive nella lotta contro il cancro.
La ricercatrice descrive i linfociti del sistema immunitario come un esercito che si attiva immediatamente in presenza di virus o batteri con capacità di apprendimento dall’esperienza. Proprio così. Infatti, i linfociti-soldati della memoria, dopo aver vinto una battaglia contro un particolare agente patogeno, ricordano come rispondere nei casi in cui lo stesso pericolo si ripresenti.
Una caratteristica già nota ma lo studio della biologa italiana è riuscito ad andare oltre, perché ora è possibile comprendere il meccanismo biologico su cui si basa. Nel momento in cui l’organismo viene attaccato, i linfociti rispondono e proliferano in gran numero.
Come in una guerra, i linfociti effettori, ovvero le cellule programmate con la missione di uccidere le cellule infettate dal patogeno, una volta che finiscono la propria missione, ovvero una volta che l’infezione è terminata, vanno a morire. Non tutti però. Perché un piccolo gruppo di cellule rimane in vita e diventa la memoria, con una funzione molto particolare di controllo. Oltre a diventare sentinella dell’infezione, controlla l’eventualità che il patogeno si ripresenti.
Nei casi di cancro, i linfociti effettori non sono numerosi e dopo un po’ smettono di essere funzionali. Il meccanismo che regola la memoria cellulare coinvolta nella risposta immunitaria, scoperto dalla ricercatrice italiana, potrebbe essere utilizzato manipolando i linfociti effettori sfruttando la reversibilità a linfociti della memoria. In buona sostanza, la speranza è che potrebbe riprogrammare e potenziare la risposta immunitaria per sconfiggere i tumori.