Oltre il 90% delle donne si occupa della salute dei familiari
Il 92% delle donne in Italia si occupa della salute dei familiari e una su cinque cura i propri parenti quando malati o se disabili, ma se a star male è la donna, rimane sola
Se nell’ambito della propria famiglia v’è una persona malata o disabile a occuparsene è quasi sempre la donna, sia per le cose più banali sia per quelle che richiedono maggior impegno. Dalla calendarizzazione dell’assunzione dei farmaci per il marito alla cura dei figli sino a seguire i familiari che soffrono di disabilità o malattie importanti.
Il ruolo del caregiver familiare assume sempre di più importanza sia nella famiglia come ovvio, sia dal punto di vista sociale e ciò è stato messo fortemente in evidenza ieri a Roma durante l’incontro “Soprattutto donna” voluto da Farmindustria.
Non a caso è stata scelta la vigilia della Festa della donna, per valorizzarne se possibile ancor di più, il loro ruolo nella società. Un’indagine Ipsos commissionata da Farmindustria e condotta su 800 donne adulte ha rilevato che la cura familiare in Italia è nelle mani delle donne.
Ne è scaturito che il 92% delle donne svolge il ruolo di caregiver e nel 31% dei casi, svolge tale compito completamente da sola mentre una donna su cinque, è impegnata nell’assistenza di persone familiari disabili o malate.
Di contro, quando sono le donne ad ammalarsi, quasi sempre non trovano in ambito familiare la stessa ‘solidarietà’ e vengono lasciate sole, anche in casi di malattie gravi.
Lo studio evidenzia che tutto ciò che ruota intorno alla sfera della salute in famiglia è di competenza della donna. In particolare, il 66% delle donne è impegnata sulla prevenzione delle malattie, il 65% svolge attività di controllo sul percorso terapeutico, il 58% è punto di riferimento familiare per i medici in fase di diagnosi ed il 59% durante la terapia.
Il 33% delle donne svolge tali attività completamente da sola, senza alcun aiuto mentre il 50% può contare su un sostegno familiare mentre solo nel 14% dei casi il sostegno arriva dall’esterno del nucleo familiare.
Dall’indagine emerge comunque la consapevolezza che il sistema così come si è evoluto non può essere destinato a durare a lungo, lo pensano il 46% delle donne che hanno partecipato allo studio. Altro dato importante è che la metà di queste donne, pensa che un sistema privatizzato potrebbe avere un ruolo positivo nell’accollarsi parte dell’onere di protezione.