Minaccia sciopero a Catanzaro, evoluzioni in Campania
Se dovesse fallire la conciliazione presso la Prefettura di Catanzaro, dalla quale si attende una rapida convocazione, verrà proclamato lo sciopero delle farmacie private della provincia di Catanzaro. Lo comunica in una nota la Federfarma locale sottolineando come lo stato di agitazione nell’assistenza farmaceutica consisterà nella chiusura volontaria di tutte le farmacie private della provincia di Catanzaro, a eccezione delle farmacie tenute a espletare servizio continuativo in base ai turni determinati dall’Azienda Sanitaria territoriale competente. La situazione, sottolinea la nota di Federfarma Catanzaro, è particolarmente grave, seria e allarmante e riguarda un periodo di ben cinque mesi, da luglio a novembre 2010, per un totale di circa 33.800.000 euro, a cui si deve aggiungere l’ingente mole dei danni non ancora smaltiti scaturiti dal ritardo con cui sono stati pagati i farmacisti. E se in Calabria la situazione è precaria, le cose non vanno meglio in Campania dove a fronte dell’accordo raggiunto prima di Natale il presidente di Federfarma Campania Nicola Stabile in una lettera al presidente della Regione Stefano Caldoro sottolinea come «l’accordo raggiunto è un percorso quanto mai obbligato visto il considerevole ritardo nei pagamenti delle Aziende sanitarie napoletane verso quelle farmacie che, purtroppo, fanno detenere ai farmacisti di tale provincia il non invidiabile record di colleghi più indebitati su scala nazionale». Per individuare le modalità di pagamento delle mensilità residue del 2010 Federfarma Campania ha chiesto al presidente Caldoro la convocazione di un tavolo di concertazione per «la determinazione di una soluzione condivisa, che in tempi brevi consenta alle farmacie l’eliminazione delle esposizioni finanziarie, ormai non più sopportabili, non solo a Napoli, ma anche in altre province campane». Per il futuro Stabile propone alla Regione una soluzione «semplice ed immediata: centralizzare il pagamento della farmaceutica delegando una struttura regionale all’uopo, dotandola dei fondi già predisposti per il corrispondente capitolo di spesa».