Miami, primo trapianto di isole pancreatiche: biotecnologia contro il diabete
Una vera e propria rivoluzione (parzialmente tricolore) nel campo della lotta al diabete di tipo 1 è avvenuta nella soleggiata Miami lo scorso mese di agosto.
Il Diabetes Research Institute (Dri) dell’Università di Miami, in collaborazione con l’Ospedale Niguarda e con il San Raffaele di Milano hanno portato a compimento un intervento “biotech” a dir poco sorprendente, unico nel suo genere: sono state trapiantate, ad un paziente affetto da diabete 1, delle isole pancreatiche nel fegato, un primo abbozzo alla realizzazione definitiva del BioHub, un “mini organo” bioingegnerizzato facente funzione di pancreas (e, dunque, capace di fornire all’organismo il naturale apporto di insulina di cui ha bisogno). Uno studio innovativo, approvato dalla Food and Drug Administration, al quale tuttavia potranno “accedere” solo un numero limitato di pazienti. Il soggetto trapiantato dovrà sottoporsi a regime immunosoppressivo. L’intervento non è particolarmente invasivo e consiste nell’innesto di isole pancreatiche protette da un’impalcatura biodegradabile composta da plasma del paziente sommata a trombina, un comune enzima per uso clinico. Dopo essersi unite, le componenti dell’impalcatura diventano gel, che viene assorbito dall’organismo e libera, così, le isole pancreatiche. Una vera e propria svolta nella cura del diabete di tipo 1, che potrebbe, in futuro, contribuire a sconfiggere questa pericolosa patologia.