Meningite: prevenzione, sintomi, cause e terapie
Dopo i casi in Toscana ed in Lombardia, la meningite colpisce anche il Lazio. In Italia, i casi sono in aumento ma la conoscenza della malattia è ancora molto bassa. Quali sono i sintomi e come combatterla?
La recente morte di una maestra romana a causa di meningite ha riacceso l’attenzione sulla pericolosa malattia, già responsabile di morte in Toscana e Lombardia. L’allarme contagio, nel Lazio, sembra essere già cessato grazie agli accertamenti medici che hanno stabilito che alla base del decesso della docente di matematica, non c’è una meningite da meningococco, trasmissibile da persona a persona, bensì una forma da escherichia coli, non trasmissibile in modo diretto. Al di là del caso specifico, i casi di meningite, in Italia, nell’ultimo anno sono aumentati. E’ bene dunque documentarsi sulla malattia, sui modi attraverso cui si diffonde il contagio e sulle misure da prendere per combatterla in modo tempestivo. La meningite è una malattia del sistema nervoso centrale, generalmente di origine infettiva, caratterizzata dall’infiammazione delle meningi, le membrane protettive che ricoprono l’encefalo e il midollo spinale. Si tratta di una malattia poco diffusa però molto aggressiva. Essa si trasmette generalmente da persona a persona, attraverso la saliva, gli starnuti, la condivisione di alimenti, lo scambio di posate, i baci ed in generale con contatti molto ravvicinati. La potenza della malattia è tanto forte al punto che, un malato su 10 muore e almeno 3 riportano conseguenze permanenti. La presenza dei batteri che provocano la meningite quali il meningococco, il pneumococco e l’emofilo, non sono necessariamente indice della malattia. Essi infatti, spesso dimorano nelle vie respiratorie di naso e gola di portatori sani ed asintomatici. La malattia, nel momento del suo manifestarsi, è molto difficile da riconoscere e per questo, la diagnosi arriva spesso molto tardi. Nelle prime 10 ore infatti, la meningite presenta sintomi molto simili a quelli di una comune febbre o influenza. Con il trascorrere delle ore, il mal di testa tende ad intensificarsi diventando molto acuto, la febbre diventa molto alta e si verifica la comparsa di rigidità muscolare. I sintomi più gravi compaiono all’incirca dopo una ventina di ore, con perdita di conoscenza, convulsioni e macchie sul corpo. I soggetti più a rischio sono bimbi piccoli e giovani under 25. Nel 10% dei casi la malattia è rapida e acuta, e porta al decesso in poche ore. Solo il 50-60% guarisce completamente, mentre il 30% sopravvive riportando conseguenze gravi, tali ad esempio da rendere necessarie protesi acustiche o degli arti. Inoltre, possono verificarsi cicatrici invalidanti e problemi alla vista.
Il tempo di incubazione è di 10 giorni, in questo periodo è possibile sottoporsi a profilassi, ossia una terapia antibiotica specifica. Per proteggersi dal contagio, che ha comunque percentuali molto basse, è bene sottoporsi al vaccino, disponibile per qualsiasi fascia di età.