Medici in sciopero, il 25 gennaio e nella prima settimana di febbraio
I sindacati di categoria hanno deciso per due giornate di protesta: medici in sciopero il 25 gennaio e nella prima settimana di febbraio
I sindacati hanno proclamato due giorni di protesta che vedranno i medici in sciopero il 25 gennaio e nella prima settimana di febbraio, in “difesa della sanità pubblica”. Lo sciopero nazionale riguarderà medici e veterinari del Sistema sanitario nazionale, a renderlo noto le organizzazioni sindacali della dirigenza medica, veterinaria e sanitaria le quali ribadiscono il forte dissenso tradotto nella bocciatura della legge di bilancio 2019.
Due giorni di sciopero della durata di 24 ore ciascuna: la prima già fissata, la seconda che sarà proclamata nel rispetto della normativa, entro la prima settimana di febbraio dall’AAROI-EMAC (Associazione Anestesisti Rianimatori Ospedalieri Italiani – Emergenza Area Critica).
In particolare, l’AAROI-EMAC, in pieno accordo con le altre sigle sindacali ed in linea con la decisione di effettuare lo sciopero su più giornate, intende concentrare maggiormente nella seconda giornata di sciopero la protesta dei medici che rappresenta, “necessaria -sostengono i sindacati- a fronte delle deludenti risposte alle precise richieste della categoria”.
I sindacati chiedono: un finanziamento del Fondo Sanitario Nazionale 2019 che preveda le risorse indispensabili per garantire i nuovi Lea ai cittadini e per onorare i contratti di lavoro scaduti da 10 anni: il superamento, alla firma del CCNL, del congelamento al 2016 del trattamento accessorio posto dalla legge Madia; la cancellazione dell’anacronistico blocco della spesa per il personale della sanità; la difesa dalla libera professione intramoenia; la previsione di un finanziamento adeguato per i contratti di formazione post lauream specialistici portandoli a 9.500 per anno “svuotando in questo modo – rilevano i sindacati – il limbo formativo in cui sono ingabbiati 10.000 giovani medici che non riescono ad accedere ad un percorso formativo”.
I sindacati però andranno oltre alle due giornate di sciopero perché sono previste altre iniziative, anche di valenza giudiziaria, nei riguardi di coloro che “intendono disattendere la sentenza della Corte Costituzionale in tema di diritto ad avere un contratto di lavoro”.
“Non intendiamo, inoltre, rinunciare alla decorrenza degli incrementi contrattuali prevista dalla normativa vigente e confermata anche dalla Ragioneria generale dello Stato” – concludono i sindacati medici.