La solitudine cronica fa male e può causare Alzheimer e demenza
Si, forse è vero che a volte la solitudine può aiutare a ritrovare sè stessi e a schiarirsi le idee ma è bene non prolungare troppo questo status, perchè chi insiste nell’isolarsi ed entra in un tunnel spesso irto e buio potrebbe anche ammalarsi gravemente.
Lo si evince da uno studio condotto dalla Florida State University, i cui scienziati hanno avuto bisogno di tanto tempo per portare a termine la propria ricerca. Nei lunghi 10 anni che sono serviti per avere risultati tangibili gli studiosi, oltre a ricordare studi del passato che avevano già certificato la possibilità per chi si si sente solo e si autoesclude dal mondo circostante di essere più portato ad essere interessato dal morbo di Alzheimer, hanno preso in esame il comportamento di soggetti al di sopra dei 50 anni già propensi all’isolamento.
Ebbene, ad intervalli regolari di 2 anni al campione raccolto sono state attentamente analizzate le capacità cognitive. Al termine degli studi si è denotato come 1.104 partecipanti su 12.030 siano risultati affetti da demenza.
Un dato allarmante, che certifica il rischio di aumento di demenza nel 40% dei casi delle persone che tendono all’isolamento cronico. Lo studio è stato pubblicato su The Journals of Gerentology: Series B. I pericoli aumentano nel caso degli anziani, che di fronte alla solitudine tendono ad invecchiare molto più velocemente e di conseguenza ad ammalarsi, incrementando del 35% il rischio mortalità.
Un campanello d’allarme che induce a riflettere e a ricordarsi che il cervello di una persona che tende ad isolarsi e a vivere nel proprio piccolo mondo funziona diversamente da quello di tutti gli altri. C’è scarsissima fiducia nelle persone, spesso si crede che i propri problemi siano irrisolvibili, non si chiede mai aiuto anche solo per paura di un rifiuto.