Istat: riparte il lavoro, ma cresce divario povertà tra Nord e Sud

Ottimismo a metà emerge dal rapporto, redatto dall’Istat, sul Benessere Equo e Sostenibile.

povertàNonostante i numeri abbastanza incoraggianti, continua ad essere troppo alto il divario tra povertà e ricchezza e tra Mezzogiorno e Settentrione. Numeri che hanno fatto indignare persino Papa Francesco che, nel corso del suo recente viaggio in Africa, ha dichiarato: “La convivenza fra ricchezza e miseria è uno scandalo, una vergogna per l’umanità“. Ma entriamo nel vivo dei numeri resi noti dall’Istat. Nel biennio 2013-2014 sono aumentati, seppur lievemente, il potere d’acquisto e il reddito disponibile, così come la spesa per i consumi. Meno incoraggianti i dati legati al Meridione d’Italia. “Il Mezzogiorno oltre ad avere un reddito medio disponibile decisamente più basso del Nord e del Centro, ha anche la più accentuata disuguaglianza reddituale: il reddito posseduto dal 20% della popolazione con i redditi più alti è 6,7 volte quello posseduto dal 20% con redditi più bassi, mentre nel Nord il rapporto è di 4,6″, sottolinea il report. Nonostante sul fronte lavorativo si registri una lieve ripresa, sono sempre i giovani – i più ottimisti sul futuro dell’Italia – a risentirne: il nostro Paese “vanta” un record negativo dell’occupazione giovanile in Europa, con una peggiore qualità del lavoro e una maggior paura, da parte della fascia più giovane, di perdere la propria occupazione.

Anche i dati sulla speranza di vita, seppur in aumento, sottolineano delle profonde differenze tra il nord e il sud del Paese: il Meridione vede crescere il proprio svantaggio nella speranza di vita (81,5 anni per il Mezzogiorno contro 82,5 anni per il Nord), nella qualità della vita (55,4 anni di speranza di vita in buona salute per il Mezzogiorno contro 60 anni per il Nord), nella mortalità infantile, nella salute fisica e psicologica e nei fattori di rischio legati agli stili di vita, oltre che nella differenza di stile e qualità della vita data da una mai superata diseguaglianza sociale. Chi ha studiato gode di migliori condizioni di salute psicofisica: anche nel 2015 la povertà è un vero e proprio allarme sociale nel Bel Paese.

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