In arrivo nuove armi nella lotta dei tumori del sangue: in Italia nasce la tecnica CAR-T, ancora in fase sperimentale
Sorgono nuove speranze per la cura dei tumori del sangue e a darle è proprio l’Italia. Recenti studi condotti dal Policlinico Federico II di Napoli, hanno condotto alla sperimentazione della tecnica CAR-T, a base di cellule ‘armate’ e ‘kamikaze’
Italia all’avanguardia nell’ambito della lotta contro i tumori del sangue che ogni anno fanno registrare solo in Italia circa 24mila nuovi casi. In occasione del Congresso dell’Associazione europea di ematologia tenutosi nei giorni scorsi a Copenaghen, è stata presentata una nuova tecnica terapeutica a base di cellule ‘armate’ e ‘Kamikaze’ in grado di combattere il tumore per poi autodistruggersi una volta compiuta la loro missione. L’arsenale di armi a disposizione della medicina per combattere i tumori del sangue dunque, cresce e il merito è proprio degli italiani. I primi studi su questa tecnica, sono stati condotti dal Policlinico Federico II Di Napoli in collaborazione con il Baylor College di Houston. Il trattamento, ancora in fase sperimentale, al momento, è stato testato su un numero ridotto di pazienti. I risultati sono stati davvero positivi: la particolare terapia, nei pazienti con leucemia linfoblastica acuta allo stadio avanzato, nel 60-70% dei casi , ha portato alla scomparsa del tumore. Effetti benefici si sono riscontrati anche su alcuni tipi di linfoma e mieloma. Responsabili della remissione del tumore sono i linfociti del sistema immunitario: dopo aver prelevato il sangue del paziente, attraverso una specifica tecnica di ingegneria genetica denominata CAR-T, si fa in modo che i linfociti esprimano dei recettori che riconoscono le cellule tumorali in modo da attaccarle per poi autodistruggersi dopo aver assolto alla loro funzione. Una volta manipolate, le cellule vengono ritrasfuse al paziente.Una tecnica all’avanguardia dunque, che comporta però costi elevati – tra i 3 e i 400mila dollari al mese – che al momento, solo 7 centri al mondo sono in grado di sostenere. La lotta ai tumori del sangue è possibile, il numero delle terapie continua a crescere, ma affinché si possa debellare in modo concreto il fenomeno, è necessario che tutte le armi a disposizione vengano utilizzate in modo combinato.