I robot nuova frontiera della chirurgia soprattutto in fatto di cancro alla prostata e al rene

Il futuro della chirurgia è nella robotica. Secondo gli urologi e gli esperti mondiali in campo uro-oncologico riunitisi a Roma per affrontare tematiche riguardanti il futuro di questa disciplina, i robot migliorano la sopravvivenza ai tumori, in particolar modo in relazione al cancro alla prostata e al rene

chirurgia robotica

Un grande contributo alla lotta e alla sopravvivenza nei tumori urologici, arriva dalla chirurgia robotica, soprattutto nel caso di cancro alla prostata e del rene. A testimoniarlo, il composito gruppo di circa 300 urologi e 32 esperti mondiali in campo uro-oncologici, riunitisi presso l’Istituto Regina Elena di Roma (IRE) , per interrogarsi sulle prospettive e sul futuro della disciplina. La chirurgia robotica consente all’operatore di praticare un intervento chirurgico manovrando, a distanza, un robot non completamente autonomo ma capace di eseguire manovre comandate. L’introduzione dei robot nella chirurgia, si deve proprio all’ambito urologico, il primo ad averne fatto utilizzo. I grandi risultati ai quali nel corso del tempo ha condotto, hanno fatto si che la robotica prendesse piede anche in tutte le altre specialità chirurgiche. Grazie ai robot è infatti possibile realizzare interventi che presentano un alto grado di complessità. In fatto di chirurgia robotica, l’Istituto Regina Elena, si piazza tra le prime tre eccellenze mondiali. Proprio qui si eseguono circa 400 interventi l’anno di chirurgia uro-oncologica, di cui 10 per l’asportazione totale del rene con la rimozione del trombo occludente la vena cava, la pratica standard in caso del tumore del rene che coinvolga la vena renale causando una trombosi neoplastica. Solo tre centri al mondo eseguono questo tipo di intervento routinariamente con la tecnica robotica. Oltre alla University of Southern California e al PLA General Hospital di Pechino, nella ristretta lista fa la sua comparsa proprio l’IRE di Roma. Si tratta di un intervento alternativo e all’avanguardia per il tumore alla prostata, che stando alle testimonianze degli esperti, ha determinato tassi di sopravvivenza all’80-90% a 10 anni dalla diagnosi. La chirurgia robotica è inoltre un valido aiuto anche nel caso in cui la malattia si ripresenti. I robot di salvataggio consentono un intervento a livello locale, attraverso un approccio poco invasivo e spesso addirittura risolutivo. Tali trattamenti, emergenti e all’avanguardia, si stanno guadagnando in poco tempo la popolarità e un ampio consenso da parte della comunità scientifica.

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