Gravidanza: in Italia, troppi parti cesarei, visite mediche eccessive e madri sempre più anziane
In Italia, troppi parti cesarei, gravidanza eccessivamente medicalizzata e madri sempre più anziane. Questo il quadro dipinto nel Rapporto annuale sull’evento nascita realizzato dal Ministero della Salute
Visite ed analisi eccessive, troppi parti cesarei, madri sempre più anziane e un elevato tasso di parti in ospedale a rischio. Questi gli elementi che caratterizzano la natalità e lo stato di gravidanza in Italia secondo quanto emerso dal Rapporto annuale sull’evento nascita, realizzato dal Ministero della Salute basato sui dati rilevati nel 2014 dal Certificato di Assistenza al Parto (CeDAP). Diminuisce il numero di nascite: mentre nel 2013 si è arrivati a 512.327 nuovi nati, nell’anno successivo se ne sono contati 502.446. Elevato il tasso di parti in ospedale a rischio: sebbene il 62, 5% delle nascite avvenga in strutture che contano almeno 1000 parti l’anno, vi è ancora una percentuale di parti pari al 7,5%, che viene eseguita in strutture che eseguono meno di 500 parti l’anno e, per questo, considerate a rischio. I nati vivi sono stati 500.895, 1.337 quelli nati morti, e 4.492 i nati malformati. I parti prematuri sono stati il 6,7%, e quelli estremamente pre-termine lo 0,9%. L’1,1% dei neonati ha un peso inferiore a 1.500 grammi ed il 6,3% tra 1.500 e 2.500 grammi. Ancora troppo elevato il numero di parti cesarei, la media nazionale è del 35%, con i picchi maggiori nelle case di cura accreditate (53,6%, contro il 32,6% degli ospedali pubblici) e tra le partorienti italiane (36,8% contro il 28% delle straniere). Dato caratteristico della natalità italiana è l’eccessiva medicalizzazione delle gravidanze, all’anno si eseguono più visite ed analisi di quanto non sarebbe necessario. In particolare, nel 73,3% dei casi si eseguono più delle 3 ecografie raccomandate. La media nazionale è di 5,4 ecografie, con il picco di 7 nella Basilicata e il minimo del Piemonte (3,8). Le donne straniere, con scolarità bassa e giovani sono quelle che fanno meno visite e controlli. Tra gli esami di diagnosi prenatale invasivi, la più usata è l’amniocentesi (9,2%), seguita dalla villocentesi (4%). In Italia, inoltre, la soglia di età in cui si diventa madri, sembra continuare a crescere. La mamme italiane, dunque, diventano sempre più vecchie. L’età media delle partorienti italiane, infatti, è di 33 anni e di 30 per le straniere (che complessivamente sono il 20%). Aumenta anche l’utilizzo di tecniche di procreazione medicalmente assistita (pma) che avviene per 1,71 gravidanze su 100. La regione nella quale si eseguono il maggior numero di parti con pma spetta è la Lombardia (2.452), seguita da Emilia Romagna (799) e Piemonte (793).