Global Health Summit, gli scienziati: la pandemia non si fermerà senza un accesso universale alle risorse
Global Health Summit, gli scienziati: la pandemia non si fermerà senza un accesso universale alle risorse
Global Health Summit. “Nessun Paese sarà al sicuro fino a quando tutti i Paesi non lo saranno”. E’ questo il messaggio principale del panel di 26 scienziati istituito dalla presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen e dal premier italiano Mario Draghi in qualità di presidente del G20. Gli esperti del Global Health Summit Scientific Expert Panel, co presieduto da Peter Piot, ‘special adviser’ della presidente Von der Leyen e dal presidente dell’Iss Silvio Brusaferro, hanno elaborato un vero e proprio decalogo sulla base delle evidenze disponibili.
“Abbiamo tracciato una mappa per il futuro identificando le aree prioritarie per una azione immediata. Accesso globale equo alle forniture mediche e agli strumenti necessari ad affrontare il Covid-19 e le altre minacce alla salute, ricerca e innovazione. Coinvolgimento dei gruppi di ricerca nei paesi a medio e a basso reddito. Sorveglianza integrata delle malattie e condivisione dei dati, ascolto delle indicazioni scientifiche, rafforzamento del personale e dei sistemi sanitari, capacità produttive regionali, fiducia pubblica, governance ben coordinata e salute sostenibile”.
“La probabile traiettoria per il Sars-Cov-2 è di diventare endemica con dei focolai stagionali a causa della diminuzione dell’immunità naturale, della copertura globale insufficiente dei vaccini e/o dell’emergere di nuove varianti che non sono controllate dai vaccini attuali. Nuove ondate epidemiche sono possibili soprattutto nei paesi con una bassa copertura vaccinale. Un’equità globale nell’accesso, così come una accettazione diffusa e una somministrazione efficiente, è sia un imperativo morale che un’esigenza critica per il controllo della pandemia”.
Infine, Silvio Brusaferro, presidente dell’Iss:
“Per ridurre il rischio di future pandemie dobbiamo anche affrontare il legame tra crisi sanitarie, povertà, disuguaglianze strutturali e degrado ambientale. La frequenza e la natura delle prossime pandemie dipendono fortemente dalla nostra capacità di adottare stili di vita sostenibili. Dall’implementazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile e dall’approccio ‘One Health’. Occorre agire ora per porre fine all’epidemia. Gli investimenti di oggi costruiranno le basi per una preparedness e una risposta adeguata domani”.