Giornata Mondiale dell’Aids: l’informazione può salvare il Mondo
Primo dicembre, Giornata Mondiale dell’Aids. Nonostante l’evoluzione tecnologica che investe il Mondo, si continua a morire a causa del virus che ha mietuto, sin dagli anni Ottanta tante vittime, illustri e non.
Rock Hudson, Freddie Mercury e persino Charlie Sheen – ha fatto scalpore il suo “outing” riguardo la sua malattia, avvenuto recentemente in diretta TV – sono alcune tra le celebrità internazionali affette dal temibile virus dell’HIV. I numeri parlano drammaticamente chiaro: solo nel corso del 2014, nei 53 Paesi della regione europea dell’Oms sono stati registrati ben 142 mila casi di nuove infezioni di Aids, con una maggiore incidenza di infezioni da HIV negli uomini omosessuali (la percentuale si è assestata quest’anno al 42 percento).In Italia, dove l’uso del condom nei rapporti sessuali pare – ahinoi – non essere ancora così sdoganato, specialmente tra i giovanissimi, secondo i dati resi noti dall’Istituto Superiore di Sanità e dall’Associazione dei Microbiologi Italiani (Amcli), i giovani tra i 25 e i 29 anni sono le principali vittime del contagio. Nel nostro Paese, l’Aids si trasmette soprattutto attraverso rapporti sessuali non protetti, etero e omosessuali (si parla dell’84 percento dei casi).
Ancora una volta, la disinformazione può uccidere e fa scalpore la notizia emersa dal Cdc di Atlanta circa l’esistenza di una profilassi pre-esposizione, che ridurrebbe del 90 percento il rischio di contagio; peccato che, oltreoceano, pochissimi medici conoscano tale alternativa. Un’alternativa che avrebbe salvato, probabilmente, tantissime vite.