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Giornata mondiale contro l’AIDS, in Italia 44mila morti dal 1982
Oggi è la Giornata mondiale contro l’Aids, una malattia che è costata al mondo 35 miloni di vittime e all’Italia 44mila morti dal 1982
L’AIDS ha fatto registrare in Italia 69mila casi dal primo e 44mila vittime dal 1982 ad oggi. Nel 2017 la situazione è ben diversa ma è necessario tenere sempre alta l’attenzione sul tema, specie fra i giovani, i più incuranti della malattia.
Un’epidemia che ha conosciuto il massimo dell’evoluzione negli anni ’80 e ’90 e che oggi invece fa registrare un calo di nuove diagnosi. Il virus Hiv però continua a circolare e come detto, i giovani sono a maggior rischio perché tendono a sottovalutare i rischi legati all’AIDS e al contagio.
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In tutti i Paesi dunque, proprio oggi 1 dicembre, si celebra la Giornata mondiale contro l’AIDS, con iniziative atte a sensibilizzare in special modo i giovani anche perché i numeri parlano chiaro: nel 2016 avevano l’Hiv, 36,7 milioni di persone con 1,8 milioni di nuovi infetti.
In Italia invece le stime sono di 130mila sieropositivi e 3.451 nuovi casi nel 2016. Si registra quindi un trend con una leggera diminuzione che però non si avverte nelle fasce di età più giovani, specie sotto i 25 anni.
Su queste cifre è intervenuto il ministro della Salute Beatrice Lorenzin che ha affermato vi sia una “diminuzione della percezione del rischio soprattutto tra i ragazzi”
E’ cambiata negli anni anche la modalità di trasmissione del virus, sono maggiori le trasmissioni per via sessuale e minori quelle per vie inittive.
Sempre nel 2016 sono stati inoltre segnalati 778 casi di Aids conclamato e oltre il 50% era costituito da persone che non sapevano di essere Hiv positive.
Prevenzione rimane dunque la parola d’ordine, per questo il ministero della Salute ha avviato una nuova campagna di comunicaizone e sensibilizzazione avente come messaggio “Con l’Hiv non si scherza, proteggi te stesso e gli altri” da diffondere in Tv come nei social media più diffusi, utilizzati maggiormente dai giovani.
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La Lega italiana per la lotta contro l’Aids (Lila) rimarca come più di un ragazzo su 10, pensa che l’Hiv si possa contrarre con un bacio. Prevenzione e conoscenza della malattia sono gli obiettivi univoci di istituzioni ed enti che attueranno ogni possibile iniziativa a favorirle fra i giovani, perché la popolazione più colpita rimane quella avente età compresa fra i 15 e i 24 anni, poi fra i 25 e i 29 che fa registrare 14,8 nuovi casi per 100.000 residenti, l’incidenza più alta fra tutte le fasce di età.
E’ un dato “preoccupante che, purtroppo, non ci sorprende – sottolinea Massimo Oldrini, presidente Lila – poichè l’Italia è tra i pochi paesi Europei a non aver inserito nei programmi scolastici percorsi di educazione alla sessualità e all’affettività”.
L’ONU giudica possibile la sconfitta dell’Aids entro il 2030 purché si adottino tutte le necessarie azioni: “L’Italia si è appena dotata di un Piano Nazionale di contrasto all’HIV/AIDS innovativo e in linea con questi obiettivi. Tuttavia – avverte Oldrini – senza le necessarie risorse questo piano non sarà attuabile e, al momento, queste risorse non sono state stanziate”.
L’Aids è un’epidemia silenziosa che se nei paesi industrializzati è stata affrontata con le giuste contromisure, ancora affligge l’Africa dove in alcuni paesi come l’Angola, l’Etiopia e il Mozambico, ove è presente l’ong Medici con l’Africa Cuamm, muore una persona ogni tre minuti.