Gelato, i miti da sfatare con i consigli dell’esperto: a pranzo solo se…
E’ l’alimento più amato da grandi e piccini. Decantato da note hit nostrane (alzi la mano chi non ricorda la storica canzone di Pupo), sempre in continua evoluzione con gusti sempre nuovi, strani ed accattivanti. L’estate è indubbiamente la stagione del gelato, da quello alla crema al semplice ghiacciolo.
Il gelato è il vero e proprio “elisir dei miracoli”: rinfresca, addolcisce il palato e, talvolta, sazia. Non è tutto oro quello che luccica, però. “Il gelato è una miscela di diversi liquidi stabilizzati dal freddo che li congela e aria – premette Andrea Ghiselli, nutrizionista e medico presso il Centro di Ricerca per gli Alimenti del Consiglio per la Sperimentazione in Agricoltura – Il risultato è un “agglomerato” più o meno morbido e scorrevole al palato. Le molecole di aria servono a impedire che il composto si trasformi in un blocco di ghiaccio e a rendere il tutto più soffice e leggero”.
Nonostante il suo apporto di zuccheri, grassi e vitamine (soprattutto nei gelati a base di frutta), il nutrizionista tiene innanzitutto a sfatare il mito del classico cono come alimento sostitutivo del pasto. “Il gelato non è un alimento completo e non sazia, perciò può essere una merenda importante, uno spuntino dopo una partita di tennis o mentre si studia, e una tantum può sostituire un pranzo, ma in questo caso bisogna aggiungere un contorno di verdure oppure due frutti, qualche fetta biscottata o cracker – precisa Ghisella, che sottolinea, però come – In ogni caso il gelato va inserito nel calcolo calorico della giornata al posto di altri alimenti e non in aggiunta a essi. Se lo scelgo come spuntino (100-150 calorie) deve essere leggero, viceversa molto sostanzioso (oltre 300 calorie) per rimpiazzare un pasto. Mangiare un gelato alla frutta non ci autorizza a saltare la frutta fresca”.
Altra importante rettifica riguarda le differenze tra il gelato artigianale e quello confezionato, con quest’ultimo spesso ritenuto qualitativamente inferiore. Mai teoria fu più errata. “Il gelato confezionato è sempre uguale a se stesso – distingue il noto mastro gelatiere Toni Caffarelli – Quando lo acquistiamo sappiamo cosa mangiamo, gli ingredienti e le calorie sono riportati in etichetta. Invece nelle gelaterie, sebbene vi siano punte di eccellenza, non sempre il gelato è di qualità”. E’ sempre Caffarelli a suggerire alcune semplici dritte per consumare sempre e solo prodotti di prima qualità, anche nelle gelaterie artigianali: “Attenzione quando si scelgono gusti e colori presenti sul banco (più sono numerosi e accesi più devono far sospettare); badare all’utilizzo di materie prime di stagione e del territorio e alla freschezza del prodotto (non oltre i due giorni); all’igiene del locale e degli inservienti. L’intenditore appena assaggia, comunque, si accorge subito se il gelato è buono”.