Epatite C problema di rilevanza globale. Infetti 1,7 mln di italiani
L’Organizzazione mondiale della sanità l’ha riconosciuto a maggio scorso come un problema sanitario di impatto globale. Responsabile del 20-30% dei tumori al fegato. E’ l’epatite C: in Italia sono 1milione e 700 mila i malati cronici e almeno il 3% della popolazione è colpita dal virus Hcv, più al Sud. A lanciare l’allarme su un virus che per molti aspetti terapeutici ha una storia parallela a quella del più noto Hiv è Raffaele Bruno, del dipartimento malattie infettive Fondazione Irccs San Matteo di Pavia, intervenuto ieri mattina a Roma al convegno “Hiv & Hvc, due storie parallele” all’Istituto superiore di sanità. “Ogni anno in Italia si eseguono 1.000 trapianti di fegato – spiega l’esperto – dovuti alla cirrosi da virus dell’epatite C e al tumore del fegato, e il 20-30% di queste neoplasie è dovute al virus. In più a maggio scorso l’Oms ha riconosciuto l’Hcv un problema a impatto globale”. Le storie dell’Hcv e dell’Hiv hanno corso sentieri paralleli in questi anni, come sottolinea Bruno: “La storia dell’Hiv ci ha insegnato tantissimo, soprattutto la gestione del problema delle resistenze, che nel caso dell’Hcv deve essere tenuta in grande considerazione vista la facilità con cui questi nuovi farmaci perdono efficacia”. Oggi però gli esperti sono ottimisti sulle nuove rivoluzioni terapeutiche. “Ci stiamo avviando verso una nuova era della terapia dell’epatite C – afferma l’infettivologo – con l’obiettivo di aumentare sempre di più la percentuale di pazienti che guariscono dalla malattia. Perché purtroppo sono moltissime le persone che muoiono senza essere riuscite a ottenere un trapianto in tempo utile. Gli inibitori della proteasi rappresentano una promettente nuova classe di molecole contro l’Hcv e sono candidati per l’uso in combinazione con il Peg-interferone e la ribavirina”.