Educazione Continua in Medicina, sanzioni per chi non si aggiorna
E’ stata posticipata la scadenza del 13 agosto 2012 che era fissata nel decreto ‘Salva Italia’, che imponeva agli Ordini professionali di stabilire le sanzioni, per i propri iscritti refrattari agli eventi formativi per l’ECM. Una data da rispettare molto ambiziosa soprattutto per le questioni tecniche e deontologiche di pertinenza degli Ordini e dei Colleggi professionali.
“Per l’Educazione medica continua – spiega Amedeo Bianco, presidente della Federazione degli Ordini dei Medici e vicepresidente della Commissione nazionale Ecm – all’interno degli Ordini stiamo cercando di capire, nell’ambito di una rivalutazione del codice deontologico, le modalità con le quali i profili di inadempienza agli obblighi formativi possano costituire illecito disciplinare”. Per quanto riguarda la scadenza del 13 agosto, secondo Bianco, “bisogna tener conto che il regolamento attuativo del sistema Ecm e stato applicato da poco. Quindi non c’erano i tempi tecnici. E del resto nella norma stessa c’è scritto ‘fatto salvo il sistema Ecm’: riconduce quindi tutto alla normativa dell’Ecm. Noi comunque ci stiamo lavorando, all’interno della revisione del codice, ma le conclusioni non ci saranno prima della fine dell’anno”. Dal mio punto di vista, tutti gli attori coinvolti nel sistema ECM dovrebbero essere orientati a condividere una normativa che favorisca in maniera equilibrata la vera e propria messa a regime dell’obbligo formativo che, ad oggi, viene rispettato da un numero esiguo di parteciapanti. Sorrido quando qualche utente o partecipante ad un evento ECM enfatizza o parzialmente invalida il sistema di formazione parlando di punti: “…questi benedetti punti a che servono?”, “… è un’altra tassa che ci viene proposta”, “… ma quanti punti ho conseguito nell’ultimo anno?”. Modificare o migliorare i comportamenti delle 22 diverse categorie professionali sanitarie coinvolte nell’ECM non è un compito facile. Non di sole sanzioni si potrebbe parlare, ma anche di incentivi per avanzamenti di carriera nel pubblico e nel privato guardando soprattutto ai giovani ed alla loro crescita professionale. La rapidità con cui si modificano le tecnologie e le organizzazioni, l’ampliamento del mercato del lavoro a una dimensione internazionale e anche i processi migratori e di mobilità degli operatori rendono sempre più anacronistico pensare che le competenze tecniche dei professionisti possano essere certificate una sola volta per tutte al momento dell’accesso al lavoro e senza essere intensamente mantenute e potenziate nel tempo.