Disabili in Italia, sono più di 4 milioni e quasi un terzo vive solo
I disabili in Italia vivono in condizioni proibitive e con pochi servizi: è quanto denunciato dall’osservatorio nazionale sulla Salute nelle Regioni in occasione della Giornata mondiale delle persone con disabilità
Nella Giornata mondiale delle persone con disabilità, istituita dalle Nazioni Unite nel 1992 e quest’anno dedicata a tre importanti temi come autonomia, partecipazione e uguaglianza, emerge un dato preoccupante. Delle circa 4 milioni e 360 mila persone che in Italia vivono in condizioni di disabilità oltre un terzo vive solo, e tra gli ultra 65enni la quota sale al 42,4%.
La maggior parte di loro vive nel Mezzogiorno e in condizioni decisamente proibitive. Nel 2016, rileva l’Istat, il governo ha impegnato 28 miliardi di euro per la protezione sociale, ma questi non bastano e sono le famiglie, in genere, a supplire ogni mancanza. Nel nostro paese è pari al 5,8% il totale della spesa per la protezione sociale mentre nei Paesi Ue la quota è del 7,3%. Il quadro è stato tracciato dall’Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane, che opera all’interno di Vithali, spin-off dell’università Cattolica di Roma.
“La disabilità è una condizione che interesserà sempre più italiani, grazie al costante allungamento della vita, per questo il nostro sistema di welfare si troverà ad affrontare una domanda crescente di servizi per assicurare a queste persone l’assistenza sanitaria e sociale e il diritto a vivere una vita indipendente”, afferma Alessandro Solipaca, Direttore Scientifico dell’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane diretto da Walter Ricciardi. La situazione più preoccupante ad oggi è quella che si trovano costretti a vivere i disabili che hanno passato il settantacinquesimo anno di età. Per una persona su cinque tra quelli che rientrano in questa fascia è praticamente impossibile svolgere alcune importanti funzioni vitali come utilizzare il telefono, prendere regolarmente le medicine e svolgere normali attività domestiche tra cui fare la spesa o preparare dei pasti. E ancora: il 5,3% non riesce a sentire e il 6,6% non vede.
Subentrano poi anche patologie psicologiche correlate alla precarietà della propria esistenza: oltre l’8,5% infatti soffre di un disturbo depressivo grave. Sono proprio gli anziani con difficoltà nelle attività di vita quotidiana ad aver bisogno di maggiori aiuti ma il 5% di questi non ne riceve alcuno.
“L’auspicio è che la politica prenda coscienza al più presto del fatto che è opportuno rivedere il modello di welfare italiano, modificare l’organizzazione e l’allocazione delle risorse tra sanità, assistenza e previdenza, poiché lo scenario appena descritto è destinato a peggiorare – sostiene sempre Solipaca – Infatti le proiezioni per il 2028 indicano che, tra gli ultra 65enni, le persone non in grado di svolgere le attività quotidiane per la cura di se stessi saranno circa 1,6 milioni (100 mila in più rispetto a oggi), mentre quelle con problemi di autonomia (preparare i pasti, gestire le medicine e le attività domestiche ecc.) arriveranno a 4,7 milioni (700 mila in più)”.
Da segnalare anche il tweet apparso sulla pagina Twitter ufficiale di Papa Francesco. Il pontefice ha lanciato un messaggio di speranza a tal riguardo: “Quante persone disabili e sofferenti si riaprono alla vita appena scoprono di essere amate! E quanto amore può sgorgare da un cuore grazie alla terapia del sorriso!”