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Cure domiciliari Covid-19, dal ministero scale di gravità per diagnosi e terapia. Di seguito le linee guida aggiornate

Cure domiciliari Covid-19, dal ministero scale di gravità per diagnosi e terapia. Di seguito le linee guida aggiornate

Covid. Le scale di gravità. L’infezione può riassumersi in tre fasi: una iniziale in cui il virus nel replicarsi provoca malessere generale, febbre e tosse secca.

(Covid) Se il sistema immunitario dell’ospite riesce a bloccare l’infezione il decorso è benigno e va trattato con paracetamolo o Fans, a meno di chiara controindicazione all’uso. In altri casi la malattia può evolvere in polmonite interstiziale bilaterale, con sintomi respiratori che possono auto-limitarsi in un 15% di casi.  La circolare riepiloga innanzi tutto i compiti dei medici di primo livello: segnalare alle Asl i casi sospetti dove serve il tampone; talora eseguire di persona i test indicando esiti, dati di contatto dell’assistito e condizioni di applicabilità dell’isolamento a casa; gestire a casa chi non richiede ricovero; identificare pazienti ad alto rischio, specifici parametri di peggioramento e potenziali beneficiari della terapia con anticorpi monoclonali; fare educazione sanitaria ed istruzione su uso dei presidi di monitoraggio; collaborare con infermieri sui pazienti complessi.

Saturimetro e terapie.Oggi, la nuova circolare ministeriale ribadisce che la vigile attesa implica sorveglianza clinica attiva e costante monitoraggio dei parametri vitali del paziente.Monitorare parametri quali pressione, frequenza cardiaca e respiratoria, temperatura corporea, livello di coscienza, saturazione.

“In base alla letteratura scientifica e alle caratteristiche dei saturimetri in commercio, si ritiene di considerare come valore soglia di sicurezza per un paziente domiciliato il 92% in aria ambiente (e non il 94%). Valori di saturazione superiori, infatti, hanno assai bassa probabilità di associarsi a un quadro di polmonite interstiziale grave”.

I corticosteroidi si danno solo a soggetti con malattia grave o a rischio di progressione verso forme severe, in presenza di un peggioramento della saturazione che richieda o ricovero in ospedale o, nell’impossibilità, ossigeno a casa.

Gli antibiotici sono ammessi solo se l’infezione batterica è dimostrata da un esame microbiologico o se c’è fondato sospetto clinico.

Le benzodiazepine devono essere evitate ad alto dosaggio specie per possibili rischi di depressione respiratoria.

Per gli anticorpi monoclonali è consigliata somministrazione in ospedale. Per gestire eventuali reazioni avverse gravi, non oltre i 10 giorni dall’inizio dei sintomi.

Bambini e telemedicina.

In età pediatrica, nei bambini con febbre >38,5°C, mal di gola, cefalea, dolori articolari vanno bene paracetamolo (10-15 mg/kg/dose ogni 5-6 ore) od ibuprofene (20-30 mg/kg di peso al giorno, in tre dosi).

Cardiopatie, malattie polmonari croniche, malformazioni, diabete, tumori, epilessia, patologie neurologiche, disordini metabolici, nefropatie e immunodeficienze, vanno considerati fattori di rischio di aggravamento e necessitanti ricovero l’età sotto l’anno (specie i primi 6 mesi): La telemedicina è sconsigliata nei disabili, nei malati cronici o acuti, e nei pazienti “nuovi” che al primo contatto mostrino stato di coscienza alterato, o dispnea a riposo, o PA sistolica <100. In questi casi o si visita in presenza o si avvia al ricovero ospedaliero.

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