Centri di estetica: nuove norme per la sicurezza dei trattamenti

Un decreto legge che definisse in maniera chiara i criteri di formazione del personale nonché precise “guidelines” per l’utilizzo della strumentazione tecnica si è fatto attendere per ben 21 anni ma finalmente è in via di pubblicazione in gazzetta ufficiale.

Il decreto interministeriale  a cura dei Ministeri dello Sviluppo economico e della Salute, emanato in attuazione della legge 4 gennaio 1990 n°1, intende salvaguardare il principio del “primum non nocere”.

Spesso il personale dei centri estetici viene formato  direttamente sul campo, ossia sulla pelle ( mai come in questo caso tale espressione risulta appropriata) dei clienti, ottenendo il diploma di estetista lavorando per tre anni presso una struttura, in alternativa al canonico corso di studi di 1800 ore. In maniera critica a tal proposito si è espressa Angelica Pippo, presidente di Confestetica (Confederazione nazionale estetisti), organizzazione che si sta adoperando per la realizzazione di una sorta di patentino obbligatorio per chiunque voglia intraprendere tale professione, e l’introduzione dell’obbligo dell’aggiornamento nonché della formazione continua.

Tale posizione trova totale sostegno anche da parte della “Società internazionale di dermatologia plastica, rigenerativa e oncologica”, che nella persona del suo presidente fondatore Antonino Di Pietro, si dichiara pienamente concorde in merito alla necessità di un’adeguata ed ufficialmente riconosciuta formazione degli addetti ai lavori, così come ritiene di assoluta importanza il fatto che si ponga l’attenzione sulle controindicazioni dei vari trattamenti.

Estrema cautela ad esempio è richiesta nell’utilizzo sempre più diffuso di apparecchiature che richiedono l’impiego di corrente elettrica come quelle per la ionoforesi o gli elettrostimolatori: da evitare in casi di soggetti portatori di pace maker a causa delle possibili interferenze col dispositivo di stimolazione cardiaca, o nei casi di persone con protesi metalliche in virtù del surriscaldamento che la corrente ne potrebbe indurre.

Inoltre, puntualizza Di Pietro, un’adeguata formazione del personale è indispensabile anche dal punto di vista dermatologico in quanto una conoscenza del tipo di pelle su cui si andrà ad agire è indispensabile per una corretta decisione relativa al procedimento estetico da utilizzare ad esempio “in presenza di capillari superficiali non bisogna ricorrere ad apparecchiature per massaggi meccanici, aspiranti o a pressione che rischiano di peggiorare la situazione, facendo rompere i capillari”.

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