Barriere invisibili: come aiutare la donna ad affrontarle

“Sono da poco diventata mamma e a settembre dovrò  riprende il lavoro, per questo ho iscritto mio figlio al nido. Tutto questo mi crea tantissimi sensi di colpa … sarò una buona madre? Una buona lavoratrice? Una brava moglie? “ Lucia R.
Le donne hanno sempre avuto la capacità di ricoprire molteplici ruoli nella società: tante sono impegnate nel lavoro, nella famiglia e nella vita pubblica. Hanno considerazione e rispetto di sé, della libertà e della dignità femminile e sono portatrici di valori fondamentali quali etica ed amore.
Nelle famiglie odierne, dove entrambi i partner lavorano, le donne sono in “doppia presenza” o “doppio carico”, oltre alla loro attività professionale si aggiunge quasi per intero la gestione della sfera domestica. L’ uomo ha aumentato il contributo che da in casa, ma in realtà si configura come aiutante perché tutt’ora persiste la convinzione che spetti alla donna la conduzione della casa e dei figli. Nella storia la cura della prole è attribuita da sempre alla figura materna perché tutti noi, al di là del punto di vista biologico, a livello intuitivo attribuiamo alla donna maggior competenza.
Le esigenze del mondo del lavoro oltre a ciò,  impongono ritmi serrati e richiedono disponibilità e flessibilità da parte della madre lavoratrice senza offrire in realtà strutture adeguate di supporto alla maternità. Reggere contemporaneamente il  ruolo di moglie, madre e lavoratrice e per di più con l’ esigenza di doversi inoltre mostrare socialmente sempre in forma ed adeguate, porta  facilmente a cadere in uno stato di spossatezza e senso di colpa, con la consapevolezza che prima o poi arriverà il momento in cui ci si dovrà separare dai figli per qualche ora o qualche giorno.
Perchè le donne sono più a rischio di disturbo psicologico degli uomini?
Fino a pochi anni fa, la considerazione generale dei problemi psichici delle donne si limitava ad alcuni tentativi volti alla promozione della salute mentale, senza che però venissero predisposti adeguati interventi terapeutici. Gli sforzi si concentravano per lo più sui problemi legati alla sfera riproduttiva, come la gravidanza e la pianificazione della famiglia. Quel che riguardava la sfera psicologica, invece, era piuttosto trascurato. I molteplici ruoli che oggi le donne ricoprono nel contesto sociale le espongono a un rischio più alto della media di soffrire di disagi psichici. Le donne, infatti, sono costrette a sopportare il peso delle responsabilità legate al loro essere allo stesso tempo mogli e mamme. Inoltre rappresentano sempre più una parte essenziale della forza lavoro e nel 29% circa dei casi sono la prima fonte di guadagno per la famiglia (Oms, 1995).Le donne devono anche affrontare una forte discriminazione sessuale, che a sua volta può provocare problemi di povertà, fame, malnutrizione e difficili condizioni di lavoro. Un estremo, ma purtroppo molto comune, esempio di disuguaglianza di genere è la violenza sessuale e domestica, che contribuisce all’elevata prevalenza di malattie psichiche tra le donne. Rispetto a quello maschile, infatti, il sesso femminile è molto più vulnerabile, soprattutto rispetto ad alcune patologie: ansia, depressione, effetti della violenza sessuale e domestica, uso di sostanze stupefacenti.
In particolare, le donne risultano più vulnerabili rispetto a diagnosi di sindrome ossessiva compulsiva, somatizzazione di problemi mentali e attacchi di panico. Gli uomini, invece, sono più esposti a disordini di personalità antisociale e all’abuso e dipendenza dall’alcol.
La depressione il disturbo più frequente
Le differenze di genere legate ai problemi psichici emergono chiaramente nel caso della depressione. I dati elaborati dalla Banca mondiale, infatti, indicano che nei Paesi in via di sviluppo tra le donne quasi il 30% delle disabilità neuropsichiatriche complessive vengono provocate da sindromi depressive, a fronte di un molto più basso 12,6% negli uomini. Una disparità che tende a farsi ancora più pronunciata nelle comunità disagiate. Il contesto sociale e culturale risulta quindi decisivo: le donne che vivono in ambienti poveri, che non hanno accesso all’educazione, che hanno problemi nell’ambito del matrimonio o della famiglia e quelle che hanno un basso reddito sono molto più vulnerabili delle altre loro coetanee: i fattori ambientali, combinati con quelli di genere, rappresentano quindi i determinanti fondamentali del benessere psichico.
Quando è necessario l’intervento dello psicologo
Lo psicologo dovrebbe intervenire sia in fase preventiva con la costruzione di progetti che permettano alle donne di sviluppare una migliore coscienza di sé e del proprio essere nel mondo, sia quando tutte le prerogative precedenti non sono state efficaci e si è sviluppata la patologia. Occorre cosi aiutare la donna a prendersi cure delle diverse e a volte contraddittorie parti di sé per permetterle di integrarle in uno schema nuovo e più efficace in un percorso di accompagnamento e di rinascita per permetterle di essere di nuovo creativa e costruttiva.

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