Antibiotico-resistenza: in Europa 25mila vittime ogni anno
In Europa, ogni anno, sono 25mila le persone che a causa dell’antibiotico-resistenza perdono la vita, anche per tale motivo si lavora per cercare di far comprendere come un uso appropriato dei farmaci può fermare l’avanzata di questi decessi
Il fenomeno dell’antimicrobico-resistenza, ovvero la perdita di efficacia degli antibiotici, non subisce alcun rallentamento in Europa come nel mondo, incentivato com’è da superbatteri e microrganismi che gli antibiotici fanno fatica a contrastare.
Sono sette i microrganismi capaci di selezionare, trasmettere, riprodurre mutazioni che permettono loro di “sfuggire” agli antibiotici: Enterococcus spp, Staphylococcus aureus, Klebsiella pneumoniae, Acinetobacter baumannii, Pseudomonas aeruginosa, Enterobacter spp.
A questi, si aggiungono altri superbatteri e contestualmente la maggior diffusione del fenomeno della antimicrobico-resistenza. Condizioni, che sullo sfondo, portano all’inquietante prospettiva del ritorno di malattie infettive che si pensavano sconfitte o sotto controllo.
E se in Europa, così come fa sapere l’European Centre for Disease Control (ECDC), si contano 25mila decessi l’anno, nel mondo si arriva a quota 700mila e le previsioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per il 2050, sono di 10milioni di vittime ogni anno in tutto il mondo.
Per combattere l’antibiotico-resistenza, è necessario evitare prescrizioni ridondanti, ridurre non appena possibile lo spettro ed il numero di antibiotici somministrati. Allo stesso tempo si devono tenere sotto controllo i dati relativi al fenomeno della resistenza agli antibiotici e all’uso degli stessi cui seguono gli interventi operativi e le periodiche valutazioni.