Albi professionali: il contributo per l’iscrizione equivale a tassa

Il contributo annuale d’iscrizione agli albi professionali rientra nella nozione di “tasse e imposte”, e quindi la giurisdizione competente è quella tributaria. Lo ha stabilito la Cassazione, che finora aveva negato tale nozione, come pure aveva fatto il Consiglio di Stato. Di conseguenza, le cosiddette tasse che durante l’anno vengono pagate dal professionista (ad esempio, per l’iscrizione all’albo o per il rilascio del certificato e dei pareri per la liquidazione degli onorari) sono considerate tributi, in quanto concorso alle spese al quale è condizionata l’appartenenza all’ordine. Le eventuali controversie sono attribuibili alla giurisdizione del giudice tributario.
Sul fronte previdenziale, un’analisi dei dati contenuti nel Casellario centrale dei pensionati rileva che in Italia sono oltre mezzo milione i titolari di pensioni baby. L’Inpdap, in particolare, paga 428.802 pensioni concesse a lavoratori con età inferiore ai 50 anni. Nel dettaglio, 7.127 pensioni sono state liquidate a persone con meno di 30 anni di età e 9.800 a chi aveva meno di 35 anni. Occorre sottolineare che, nei dati del Casellario, tra le baby pensioni pubbliche rientrano anche quelle concesse per invalidità. Nel regime Inpdap, la spesa sostenuta nel 2010 per pagare le baby pensioni ammonta a 7,4 miliardi di euro, e il compenso annuale lordo per ciascun pensionato è in media di 17.332 euro.
L’età media di questi baby pensionati va dai 63,2 anni, per chi ha lasciato il lavoro tra i 35 e i 39 anni, ai 67 anni, per chi ha smesso di lavorare tra i 45 e i 49 anni. La maggior parte delle pensioni si concentra al Nord: al primo posto c’è la Lombardia, seguono Veneto, Emilia Romagna e Piemonte.

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