Commissione ECM: «Entro febbraio mille provider accreditati»
Oltre 1.000 provider accreditati entro i prossimi due mesi, e 125 corsi di formazione a distanza già approvati per il 2011. Prosegue a ritmo serrato il lavoro della Commissione nazionale per la formazione continua (Ecm) che, per effetto delle nuove norme, si trova sul tavolo già più di 1.600 richieste di accreditamento come provider per la formazione continua in medicina. A fare il bilancio è Maria Linetti, segretario della Commissione, da anni impegnata nelle diverse fasi per la messa a punto del sistema italiano dell’educazione continua obbligatoria dei camici bianchi. «Abbiamo già accreditato centinaia di provider – spiega Linetti – Un lavoro rilevante perché richiede una valutazione approfondita. E sono in lista per l’accreditamento oltre 1.200 iscritti. Prevedo che si arriverà entro cinque mesi a mille provider». Ma qual è il profilo degli aspiranti provider che emerge dalle selezioni fin qui fatte? «Ad accreditarsi, fino ad ora, sono stati soprattutto privati: c’è poco pubblico – avverte Linetti – Ma si tratta di un problema prevalentemente legato alla burocrazia, alle procedure di autorizzazione, di firma digitale. Il pubblico è più lento su questo piano». A farla da padrone, comunque, sono le richieste di formazione residenziale, anche se la formazione a distanza rappresenta una novità che sta destando un interesse crescente. «C’è ancora molta formazione residenziale che piace molto – spiega Linetti – Aumenta la Fad, abbastanza significativa sotto il profilo dell’offerta. Soffre invece un po’ di più la formazione sul campo, per la quale, bisogna ammettere, c’è poca cultura. Bisognerebbe potenziarla legandola magari alla Fad, che invece è molto teorica: agganciandola a una tipologia pratica, come la formazione sul campo, l’efficacia formativa potrebbe essere molto più elevata. Prevedo, inoltre, che nel prossimo futuro ci saranno molte società scientifiche tra i formatori, che ora mancano perché ci sono problemi di chiarezza sulle regole che li riguardano. E ci saranno molte istituzioni. Alla fine avremo un 40% di pubblico e un 60% di privato».