L’italia verso l’endocrinologia 2.0: nel frattempo, un italiano su due è colpito da un problema endocrinologico
Sindrome dell’ovaio policistico, problemi alla tiroide, infertilità, disfunzione erettile, obesità e diabete sono in aumento. A testimoniarlo, l’Endolibro 2017, il primo Libro Bianco dell’endocrinologia italiana
Tra gli italiani, i problemi endocrinologici sembrano essere in aumento tanto che, ad esserne interessato, è almeno un italiano su due. A delineare un quadro tanto negativo, è l’Endolibro 2017, il primo Libro Bianco dell’endocrinologia italiana. In particolare, tra i problemi con maggiore incidenza, troviamo quelli relativi alla tiroide, inclusi i noduli, che colpiscono circa il 20-25% degli adulti. A seguire, la sindrome dell’ovaio policistico, che interessa quasi il 10% delle donne in età fertile e l’ipogonadismo maschile, l’infertilità e la disfunzione erettile che coinvolge il 10-15% degli uomini adulti, e addirittura il 50% degli uomini nella terza età. In aumento, patologie quali l’obesità, un problema per il 10-15% della popolazione, e il diabete con una percentuale di diffusione pari al 6%. A sensibilizzare sull’importante tema, il 39° Congresso Nazionale della Società Italiana di Endocrinologia (Sie), in corso a Roma, fino a sabato 1 giungo. Una specialità, l’endocrinologia italiana, che sembra fare da modello e che si spinge sempre di più nella dimensione 2.0, attraverso un grande interesse verso le generazioni di giovani endocrinologi, una migliore copertura assistenziale, una più completa offerta formativa improntata sull’evoluzione tecnologica, sociale e economica e la collaborazione sempre più stretta con il Servizio Sanitario Nazionale e con altre discipline, che miri a ridurre i costi e ad evitare gli sprechi. D’altronde, in Italia, la scuola di specialità in Endocrinologia e Malattie del Metabolismo è nelle prime 5 richieste dai neolaureati. In particolare, alle attività formative e di ricerca collaborano 48 professori ordinari e 81 associati; 70 ricercatori a tempo indeterminato e 26 a tempo determinato; 450 specializzandi e 500 dottorandi e assegnisti di ricerca, 4.500 specialisti e 6.000 altri.