Capire quando si tratta di vera allergia alimentare

Fino al 16 maggio si celebra la Settimana dell’allergia alimentare, promossa dalle associazioni dei pazienti per mantenere alta l’attenzione sul tema. Gli allergici ai cibi sono in continuo aumento e, secondo dati inglesi, negli ultimi 14 anni gli accessi al pronto soccorso per shock anafilattico da cibi sono cresciuti di ben 7 volte nella fascia 0-14 anni. Ne dà notizia Salute del Corriere della Sera. «Il 6-8% dei bimbi fino a 5 anni e il 4% degli adulti – spiega Antonella Muraro, responsabile del centro di riferimento studio e cura allergie alimentari dell’università di Padova – soffre di allergia alimentare. In molti bambini l’allergia si risolve crescendo. Ma l’incidenza è in crescita in tutte le fasce d’età. I cibi più allergenici sono gli 8 che le norme europee impongono di segnalare sulle etichette: latte, uova, grano, soia, arachidi, noci, nocciole e sesamo». «Negli adulti – continua la dottoressa Muraro – sono frequenti le allergie a certi tipi di frutta e verdura (per es. pomodori, pesche) che hanno antigeni in comune con alcuni pollini: in molti pazienti con rinite allergica, quindi, si può manifestare anche un’allergia alimentare. Bisogna sospettare un’allergia alimentare in caso di disturbi digestivi che non passano (diarrea persistente o stipsi ostinata); nei bimbi sono indizi un rallentamento della crescita o una dermatite allergica che non risponde alle normali cure. Poi occorre sottoporsi ai test allergologici, che possono essere fatti a qualsiasi età; essenziale il test di provocazione allergica per riconoscere il cibo responsabile, da eseguire sempre in ospedale perché esiste il rischio di shock anafilattico».

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