Nomofobia: la dipendenza da smartphone diventa una malattia, giovani tra i 18 e i 25 anni in pericolo
Lo smartphone ha ormai assunto il ruolo di inseparabile compagno di vita, diventando uno strumento considerato necessario e trasformatosi in un vero e proprio oggetto di dipendenza.
E’ allarme nomofobia, l’ossessione di non essere raggiungibili telefonicamente, indicata dagli esperti, come una vera e propria malattia del nostro tempo. Tra i soggetti più a rischio, i giovani tra i 18 e i 25 anni. Lo smartphone è ormai diventato uno strumento dal quale è impossibile separarsi. Grazie alle nuove applicazioni studiate per rispondere in modo facile e veloce alle esigenze quotidiane dell’individuo; grazie alla possibilità di mantenersi sempre connessi, di essere raggiunti da informazioni ed aggiornamenti in tempo reale, di comunicare costantemente ed instaurare relazioni virtuali, spesso preferite a quelle reali, lo smartphone è ormai considerato un oggetto necessario. Una vita, quella dei giovani di oggi, vissuta quasi in simbiosi con il telefono, tanto da portare a quella che gli esperti hanno definito con il termine di ‘nomofobia’. Non una semplice dipendenza, ma una vera e propria malattia del nostro tempo, che si manifesta attraverso l’ossessione verso il pericolo di non poter essere rintracciabili telefonicamente. Nonostante lo smartphone sia ormai prerogativa di ogni fascia di età, categoria o gruppo sociale, secondo i medici, i soggetti più a rischio sarebbero i giovani tra i 18 e i 25 anni di età. In particolare, a soffrirne maggiormente, sarebbero i soggetti con problemi a relazionarsi con gli altri, caratterizzati da bassa autostima, più timidi e chiusi. Tra le principali cause della nomofobia, troviamo il ruolo sempre più pervasivo dei social network nella vita dei ragazzi. Non si tratta più di un uso, ma di un vero e proprio abuso dei social, un’immersione pericolosa e totale nel mondo virtuale a scapito di quello reale, per cui i rapporti in rete, spesso con sconosciuti, vengono preferiti a quelli interpersonali. Una situazione questa, che spinge sempre di più, a fenomeni quali l’isolamento sociale, la chiusura in sé stessi, il bisogno compulsivo di ricevere continue conferme sulla propria persona, sentimenti di insicurezza, paranoia e la paura del rifiuto. Un fenomeno, quello della dipendenza da smartphone, che colpisce sempre più giovani e che è destinato a crescere. A testimoniarlo, i dati raccolti dall’ente di ricerca britannico Yougov, secondo cui più di 6 ragazzi su 10, di età compresa tra i 18 e i 29 anni, hanno l’abitudine di coricarsi con il telefono. In più, circa il 53% dei possessori di uno smartphone, sarebbe soggetto a forti stati d’ansia nel caso in cui rimanga con il telefono scarico, senza rete o senza credito. Sintomi da non sottovalutare e che, nei casi più gravi, possono sfociare in veri e propri attacchi di panico, vertigini, mancanza di respiro, tachicardia e tremore. Tra i trattamenti suggeriti dagli esperti al fine di superare la malattia o di prevenirla, troviamo la psicoterapia.