Il cerotto elettronico wireless, innovativo strumento terapeutico contro l’emicrania
Una nuova arma scende in campo per la battaglia contro l’emicrania. Si tratta del ” cerotto elettronico” da applicare sul braccio che, attraverso l’invio di una stimolazione elettrica del tutto indolore al cervello, è capace di ridurre l’intensità dell’attacco
L’emicrania, patologia neurologica cronica caratterizzata da un dolore intenso e pungente solitamente localizzato nella parte anteriore o su un lato della testa, è la forma di mal di testa più comune e diffusa. Tra i sintomi principali troviamo nausea, vomito, mal di testa, aumento della sensibilità alla luce e al suono. La durata del disturbo ha una variabilità che va dalle due alle 72 ore, nei casi più gravi. Le cause della sua insorgenza sono da ricondurre a molteplici fattori, primo tra tutti, una certa predisposizione genetica e familiare, nonché elementi ambientali. La terapia più comune è a base farmacologica. Da oggi però, una nuova importante arma è pronta a scendere in campo per combattere l’emicrania. Si tratta di un “cerotto elettronico” da applicare sul braccio, capace di ridurre l’intensità dell’attacco. L’innovativo strumento terapeutico – ideato da David Yarnitsky della Technion Faculty of Medicine of Haifa, in Israele – si basa su una stimolazione elettrica percettibile che viene inviata al cervello. Attraverso quella che viene definita “modulazione condizionata del dolore”, la stimolazione è in grado di attivare un centro nervoso alla base del cervello che induce l’inibizione del dolore in tutto il corpo. Essa, del tutto sicura ed indolore, viene gestita direttamente dal soggetto affetto dalla patologia, attraverso un app da smartphone. Affinchè la stimolazione si riveli davvero efficace, è necessario che venga attivata subito dopo l’inizio dell’attacco e non oltre 20 minuti dalla sua manifestazione. Maggiori sono l’intensità e la tempestività con le quali la stimolazione viene applicata, migliore sarà la riduzione di dolore. Al momento, il cerotto è stato testato solo su un piccolo campione di 71 pazienti. L’obiettivo è quello di provarne l’efficacia in un trial più grande e multicentrico su quasi 200 pazienti.