Vaccino contro le meningiti batteriche: funziona davvero?

foto vaccinoCon il termine di meningite vengono identificate le infezioni di quelle strutture che avvolgono il sistema nervoso centrale, cioè il cervello e il midollo spinale, e che, interponendosi tra lo scheletro (cranio e vertebre) e il tessuto nervoso formano un sacco che contiene un liquido, il liquido cerebrospinale, che svolge una importante funzione protettiva. In base agli agenti infettivi che possono determinarle, le meningiti vengono divise in due gruppi, virali e batteriche, con amplissime differenze in termini di sintomatologia clinica, prognosi e terapia. Le forme virali sono più frequenti di quelle batteriche e, soprattutto, sono caratterizzate da una prognosi nettamente più favorevole, almeno nella grande maggioranza dei casi. È, infatti, meno comune che meningiti virali comportino danni rilevanti al sistema nervoso centrale e siano, quindi, causa di importanti alterazioni della mobilità o della funzione degli organi di senso quali la vista e l’udito o comportino l’insorgenza di gravi patologie neurologiche come l’epilessia. Diverso, invece, è il discorso per le forme batteriche che possono condurre a morte anche nel 10% dei casi e comportare disturbi neurologici permanenti, come la sordità, in quasi il 30% dei soggetti colpiti. Ciò spiega perché tutti gli sforzi compiuti dalla ricerca per cercare di prevenire e trattare adeguatamente le meningiti siano stai rivolti alle forme batteriche.   Al di fuori dell’epoca neonatale (primi 28 giorni di vita) e delle prime settimane successive quando possono determinare meningite batteri quali Escherichia coli e gli Stafilococchi, in tutte le altre epoche di vita 3 sono i principali batteri causa di questa malattia: Streptococcus pneumoniae (pneumococco), Neisseria meningitidis (meningococco) e Haemophilus influenzae di tipo b (Hib). Per questi tre patogeni esistono vaccini che sono in grado di limitare quasi totalmente o in grande parte l’insorgere della malattia e che vengono somministrati secondo calendari che tengono conto dei momenti, nell’arco della vita, in cui le singole forme sono più frequenti.   Il vaccino contro Hib è in uso ormai da una ventina di anni e il suo uso sistematico ha praticamente azzerato i casi di meningite sostenuti da questo batterio. In Italia il vaccino è incluso nella classica vaccinazione esavalente che i bambini ricevono con 3 dosi approssimativamente al 3°, 5° e 12° mese di vita e che non viene successivamente più somministrato perché le forme da Hib sono limitate ai primissimi anni di vita e non è, quindi, necessario mantenere una protezione persistente nel tempo.   Le forme da pneumococco, anch’esse molto frequenti nei primi anni di vita ma non eccezionali nell’anziano, possono essere affrontate con il vaccino coniugato attualmente 13-valente (cioè che copre 13 sierotipi di pneumococco). Il vaccino in questione assicura una eccellente copertura nei confronti della grande maggioranza, anche se non di tutti, i tipi di pneumococco circolanti. Esso viene somministrato agli stessi tempi e con lo stesso schema di quello esavalente, con possibilità di ulteriori richiami se si vuole prolungare nel tempo la protezione. Il ricordato limite di copertura offerto dal vaccino ha relativa importanza perché se è vero che in natura esistono più di 90 tipi di pneumococco e che, tra i vaccini disponibili, il preparato più evoluto ne contiene solo 13, è anche vero che i sierotipi del vaccino sono stati scelti tra quelli più aggressivi e più spesso in causa nella determinazione delle malattie pneumococciche. La copertura reale è, quindi, eccellente, pari a circa il 90% perché solo un 10% circa delle meningiti pneumococciche sono legate a tipi batterici non presenti nel vaccino.   Più complessa è la situazione relativa alla meningite meningococcica. In questo caso esistono più vaccini che hanno composizione diversa e che vengono utilizzati sulla base di quelle che sono le caratteristiche dei meningococchi circolanti nelle varie aree geografiche. In pratica esistono 5 gruppi di meningococco altamente patogeni: A, B, C, Y e W135. Da una quindicina d’anni è stato messo a punto un vaccino efficace contro il meningococco C che è stato largamente utilizzato con grande successo in paesi come il Regno Unito dove questi gruppo era il maggiore determinante delle meningiti. Nel Piano Nazionale per la Prevenzione Vaccinale 2012-2014 pubblicato circa un anno fa questo vaccino è stato introdotto sistematicamente anche nel nostro Paese. Un vaccino protettivo nei confronti dei sierogruppi A, C, W135 e Y è stato successivamente preparato per l’uso in quelle regioni dove alcuni di questi sierogruppi sono importanti. In particolare, tale vaccino risulta utile per i viaggiatori internazionali, inclusi gli adolescenti che effettuano vacanze studio in alcuni Paesi Europei o extra-Europei. Del tutto recentemente è stato, infine, messo a punto un vaccino contro il sierogruppo B di meningococco che potrà essere molto utile per Paesi come l’Italia in cui questo sierogruppo ha un importante peso patogeno. I vaccini contro il meningococco debbono essere utilizzati nel bambino piccolo, con schemi diversi a seconda del preparato ma ha senso che possano essere nuovamente utilizzati in età adolescenziale, vista l’elevata incidenza della patologia sostenuta dal batterio anche in questa epoca di vita.   In conclusione, appare chiaro che la prevenzione vaccinale della meningite è oggi possibile con l’uso appropriato dei vaccini di recente immessi in commercio. Tutti questi vaccini sono non solo efficaci ma anche ben tollerati e sicuri e sono inclusi con forte raccomandazione di essere utilizzati nel Piano Nazionale per la Prevenzione Vaccinale 2012-2014.

Fonte: corrieresalute

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