Donne e lavoro: come favorire percorsi di conciliazione
Roma, 23 maggio 2011 – (Adnkronos) – L’occupazione femminile rimane stabile nel 2010, ma peggiora la qualità del lavoro e rimane la disparità salariale rispetto ai colleghi uomini (-20%). Cresce inoltre il part time involontario e aumentano le donne sovraistruite. I dati sul mondo del lavoro femminile in Italia sono contenuti nel rapporto annuale dell’Istat “La situazione del paese nel 2010”. L’occupazione qualificata, tecnica e operaia, secondo quanto si legge è scesa di 170 mila unità, mentre è aumentata soprattutto quella non qualificata (+108 mila unità).
Qui di seguito si riporta la classifica dei lavori più ricercati in Italia:
1. Manodopera specializzata
2. Addetti produzione
3. Tecnici
4. Addetti alle vendite e personale commerciale
5. Addetti ai servizi amministrativi e di segreteria
6. Ingegneri
7. Autisti
8. Programmatori e sviluppatori
9. Meccanici
10. Cuochi e chef
I lavori per cui la richiesta aumenterà sono:
• Montatori e manutentori meccanici/elettrici
• Progettisti di impianti solari/fotovoltaici/eolici
• Ingegneri di produzione e food
• Tecnologie alimentari
• Sviluppatori per applicazioni Mobile
• Web 2.0 developer
• E- manager
• Chef
• Addetti all’assistenza alla persona e all’assistenza sciale
• Addetti ufficio prodotto del settore moda
• Promotori finanziari
E’ importante sottolineare che tra le professioni qualificate, le più ricercate sono gli Ingegneri e altre figure tecnico scientifiche. Ciò avviene in quanto il mercato del lavoro è orientato allo sviluppo di nuove tecnologie e materiali da produrre ed immettere sul mercato, quindi all’innovazione tecnologica. La formazione delle qualifiche e le scelte scolastiche risultano particolarmente rilevanti ai fini di sviluppare le competente adeguate per l’inserimento nel mondo del lavoro. La tendenza femminile ad oggi rimane orientata per le discipline umanistiche, tra cui spicca la scelte per le materie umanistiche, quali Lettere e Filosofia, Psicologia, etc. Il mercato del lavoro in realtà è già saturo rispetto queste competenze e la tendenza a direzionarsi sul mondo scientifico orientato all’innovazione può precludere alle donne nuove possibilità di collocamento, ponendole pertanto allo stesso livello del personale non qualificato. Nuove prospettive ed opportunità professionali si svilupperanno nel settore della green economy, dove è stimato un aumento pari al 25%, specialmente per i lavori più legati alle energie rinnovabili, i “Green Jobs” più richiesti saranno infatti quelli relativi alla progettazione, alla costruzione e alla manutenzione di impianti solari, eolici e fotovoltaici.
Le Rappresentazioni sociali e lavoro femminile
Nel prossimo futuro per permettere un inserimento nel mondo del lavoro alle donne, sarà necessario adeguare ed ampliare le nostre rappresentazioni sociali rispetto al lavoro femminile: non più soffermarsi e indugiare su attività che da sempre sono considerate stereotipicamente più adatte alle donne, e di loro competenza, come le professioni di cura e di sostegno sociale, ma sarà necessario ampliare e modificare le nostre opinioni e la nostra mentalità a riguardo. L’esperienze di formazione all’estero con Master o progetti formativi si dovrebbero parificare rispetto al genere maschile, lasciando alle ragazze l’opportunità di soggiornare anche per lunghi periodi all’estero, per specializzarsi e nel contempo acquisire un’ottima padronanza delle lingue straniere.
Un altro aspetto importante è la ripartizione nella distribuzione del lavoro domestico tra uomini e donne, pregiudizi dal lato della domanda e servizi di supporto esterni inadeguati continuano a ripercuotersi su orari di lavoro, possibilità di carriera e scelte professionali delle donne. I motivi sono diversi: ci sono gli stereotipi tipici, per cui i lavori di alto grado sono comunemente associati al genere maschile, ma soprattutto c’è un problema di risorse, infatti, le donne devo gestire quasi interamente da sole la casa ed i figli,pertanto avranno in termini di tempo, di risorse e di energie un livello disponibile inferiore rispetto quello dell’uomo.
L’identità della donna non è mai stata definita in relazione al lavoro, come per gli uomini, ma in relazione alla sua posizione all’interno della famiglia e al suo stato civile (Sanchez-Mazas, Casini, 2005) e questo ha comportato una svalutazione del lavoro femminile in tutti i suoi aspetti.