Medicina Forense : il lato nascosto del DNA

Probabilmente, in occasione degli innumerevoli casi di cronaca giudiziaria costantemente proposti dai media, se lo saranno chiesto in molti: i test sul DNA sono effettivamente attendibili? Quali sono i margini di errore che possono stravolgere la vita di un individuo privo di colpe? E’ possibile ottenere da un campione di DNA maggiori informazioni?

Si è concluso ieri presso l’Auditorium dell’università Cattolica del Sacro Cuore il simposio internazionale dal titolo “The hidden side of DNA profiles. Artifacts, errors and uncertain evidence” (Il lato nascosto dei profili genetici. Artefatti, errori ed evidenze incerte) promossa dall’Istituto di Medicina legale dell’Ateneo.

La conferenza ha fatto il punto sui principali aspetti controversi dell’uso giudiziario dei test sui profili genetici, un tema di scottante attualità sul panorama nazionale ed internazionale.

Complice la pubblicità effettuata dalla prestigiosa rivista Nature, hanno partecipato più di trecento scienziati afferenti a circa cento istituzioni universitarie, servizi di polizia scientifica e agenzie investigative provenienti da venticinque nazioni  del mondo .

Opinione diffusa tra gli esperti è la possibilità di messa a punto, già nel breve periodo, di un nuovo test che sarà in grado di fornire dati al momento inaccessibili come il colore degli occhi, dei capelli, o l’etnia di provenienza di un soggetto, particolari al momento rilevabili solo da un testimone oculare.

Accanto a questo ottimismo tuttavia gli scienziati non hanno potuto negare che a volte gli addetti hai lavori hanno commesso errori gravidi di conseguenze, basti pensare al delitto di via Poma. Come riferito da Vincenzo Pascali, docente di medicina forense presso l’università Cattolica di Roma ed organizzatore della conferenza, “alcune  incertezze non dipendono dall’essere umano, bisogna prenderne atto”.