Punto G: ma esiste davvero? Tra conferme e smentite la scienza si interroga
Il primo a reclamarne la scoperta fu un ginecologo tedesco nel 1950, Ernst Grafenberg, ed è proprio a lui che questo punto del mistero deve il proprio nome.
Un ricercatore statunitense, il Dr Adam Ostrzenski, dell’istituto di Ginecologia dell’Università di St. Petersbugh, Florida ha pubblicato sulla rivista Journal of Sexual Medicine, i risultati di un suo esperimento in cui sarebbe riuscito ad identificare una ben delineata struttura localizzata sul versante dosale della membrana perineale.
Le dimensioni sono di 8.1 mm di lunghezza, 3.6 mm di larghezza e 0.4mm di spessore ed è formata da tessuto fibro-connettivo assimilabile al tessuto erettile.
L’autore dello studio, interpellato dal quotidiano britannico “The Telegraph” esprime notevole soddisfazione, dichiarando che questo potrebbe costituire un valido punto di partenza per una più approfondita comprensione della funzione sessuale femminile.
La comunità scientifica a tal riguardo non ha una posizione univoca, infatti numerosi sono i ricercatori che pur non smentendone tout court l’esistenza, ritengono tuttavia che i dati presenti al momento sulla letteratura scientifica non siano sufficienti per dimostrare il contrario.