AIDS in aumento: i più giovani sono ancora incuranti del rischio HIV
Ricade ogni anno il 1° dicembre la Giornata mondiale contro l’AIDS, istituita nel 1988 per volontà dell’Organizzazione mondiale della sanità, con l’obiettivo di accrescere la coscienza dell’epidemia mondiale di AIDS, la sindrome da immunodeficienza acquisita, causata dal virus HIV.
In occasione della Giornata mondiale contro l’AIDS, è utile dare risalto all’ultimo bollettino del Centro Operativo Aids dell’Istituto Superiore di Sanità: in Italia si registrano infatti circa 4.000 nuove diagnosi di infezione da virus Hiv all’anno, un dato complessivamente stabile ma in aumento per i giovani adulti in età compresa fra i 25 e i 29 anni.
In particolare nel 2017 sono stati per la precisione 3.443 i nuovi casi diagnosticati. Dati preoccupanti arrivino anche dai giovanissimi, ovvero dagli studenti che frequentano le scuole superiori: stando a un’indagine condotta dall’Associazione nazionale per la lotta contro l’Aids (Anlaids) in 67 istituti scolastici pubblici di Lazio, Lombardia ed Emilia Romagna, il 20 per cento dei ragazzi e il 17 per cento delle ragazze non ha idee chiare su come proteggersi dalla trasmissione del virus e sull’importanza dell’utilizzo del preservativo.
Sull’argomento è intervenuto il prof. Antonio Cascio, infettivologo di Top Doctors: “La maggior parte delle nuove infezioni nel nostro paese avviene a causa di rapporti non protetti. Proprio per questo motivo è importante aumentare l’informazione trasmessa ai giovani e ricordare come il preservativo protegga non solo dall’HIV, ma anche da tutte le altre malattie sessualmente trasmesse, che negli ultimi anni sono in fortissima ascesa”.
Nel bollettino si legge che “L’incidenza delle nuove diagnosi di Hiv mostra una leggera diminuzione tra il 2012 e il 2015, con un andamento pressoché stabile dopo il 2015. Nel 2017 l’incidenza maggiore di infezione da Hiv è nella fascia di età 25-29 anni. La modalità di trasmissione principale tra le nuove diagnosi è con i rapporti eterosessuali”.
Statistica allarmante anche quella emersa dal rapporto dell’UNICEF, secondo cui circa 360.000 adolescenti moriranno per malattie collegate all’AIDS tra il 2018 e il 2030. Questo significa che 76 adolescenti moriranno ogni giorno se non verranno realizzati ulteriori investimenti nei programmi di prevenzione, diagnosi e cura dell’HIV.
Ne ha parlato proprio il Direttore Generale dell’UNICEF, Henrietta Fore: “I programmi per prevenire la trasmissione dell’HIV materno infantile stanno dando i loro frutti, ma non è ancora abbastanza, mentre i programmi per curare il virus e prevenirne la diffusione tra i ragazzi più grandi non si sono avvicinati al punto in cui si dovrebbero trovare.”