12 febbraio, Giornata mondiale epilessia: monumenti di colore viola
Giornata mondiale epilessia, quest’anno viene celebrata oggi 12 febbraio con l’illuminazione dei monumenti di colore viola come vuole la tradizione, per attirare l’attenzione verso un problema che colpisce ogni anno 30mila persone
Tutti possono ammalarsi di epilessia, a qualsiasi età, ma la maggior parte delle diagnosi avviene nei bambini (epilessia infantile). Due terzi dei bambini affetti da epilessia, guariscono definitivamente dalle convulsioni entro l’adolescenza. Quando non è così, i disagi sono davvero tanti a iniziare da quelli dell’accettazione della malattia da parte di una società che invece tende all’esclusione ed all’emarginazione.
Niente gite con i compagni classe, la frequentazione di un centro estivo diventa impossibile e molto spesso anche negli scuola-bus si verificano problemi che in molti risolvono con l’emarginazione perché i bambini malati di epilessia, vengono considerati ‘diversi’.
Per le persone invece in avanti con gli anni, i problemi sono spesso legati al mondo del lavoro. Una persona adulta malata di epilessia, spesso è costretta a mentire per non perdere il lavoro.
In Italia, ogni anno si riscontrano 30 mila nuovi casi di epilessia ed in totale si contano 500mila persone affette da questa malattia. A far paura maggiormente a chi non ha una formazione adeguata sono le crisi epilettiche. Si tratta di un problema di tipo culturale antico ma ancora presente nella nostra società che implica una maggiore informaizone sul tema.
L’epilessia è comunque una malattia curabile nel 75% dei casi che colpisce in ogni età ma quando si tratta di bambini subentra un’altra problematica relativa alle linee guida ministeriali del 2005 che non offre chiarezza sul ruolo degli operatori scolastici, a cui viene richiesta solo una disponibilità in questo senso.
Spesso però dinanzi alla crisi epilettica di un bambino, gli operatori richiedono l’intervento dei sanitari quando invece potrebbero bastare poche semplici manovre.
Sdraiare la persona a terra mettendola su un fianco, eliminare eventuale oggetti contundenti, confortarla, e nel giro di 3-4 minuti la crisi si risolve spontaneamente. Solo nei casi in cui la crisi si protraesse più a lungo, sarebbe necessario chiamare il 118 o procedere con la somministrazione di un farmaco.
Non sono soltanto queste le problematiche relative alla convivenza con persone affette da questa patologia, altre sono da ricercarsi nel mondo della sanità. Sono infatti poche in Italia le strutture specializzate ad accogliere pazienti epilettici mentre sul fronte delle terapie, per coloro che risultano farmacoresistenti, si sta affacciando una nuova speranza che arriva dalle cure eseguite attraverso alcune sostanze contenute nella cannabis, che sarebbero in grado di controllare le crisi nei bambini, con risultati promettenti per tutti i pazienti.
Ad esempio, il cannabidiolo, come dimostrato da alcuni studi recenti, per alcune forme più gravi di epilessia si dimostra efficace in pazienti farmacoresistenti. Questa sostanza agisce riducendo la frequenza delle crisi di quasi la metà, per questo potrebbe presto diventare una cura alternativa per migliaia di persone affette da epilessia.