L’emicrania: è un problema donna?
Venerdì 13 dicembre alle ore 15,30, presso la Casa delle Culture su Corso Telesio a Cosenza si terrà un Convegno “L’emicrania: è un problema donna?” a ingresso libero. Dal Dr Antonio Siniscalchi dell’U.O. di Neurologia dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza riceviamo e pubblichiamo un contributo scientifico sulla patologia che verrà ampiamente trattata nell’incontro scientifico divulgativo da illustri esperti e specialisti di area medica e non medica.
L’emicrania è una patologia neurologica cronica caratterizzata da ricorrenti mal di testa. In genere il mal di testa è unilaterale (colpisce cioè solo una metà della testa) e a natura pulsante, con una durata che può variare da 2 a 72 ore. I sintomi associati possono includere nausea, vomito, aumento della sensibilità alla luce (fotofobia), aumento della sensibilità al suono (fonofobia) e il dolore generalmente si aggrava a seguito dell’attività fisica. Nella donna in età fertile la prevalenza dell’emicrania rispetto all’uomo è di 3 donne su 1 uomo.
Molte osservazioni sostengono che l’emicrania è causata da influssi ormonali. Questa ipotesi scaturisce dalla frequente associazione dell’emicrania con il periodo mestruale, dal miglioramento durante la gravidanza, dal suo peggioramento con l’assunzione di contraccettivi e, infine, dalla riduzione, oppure più raramente da un possibile aggravamento dell’emicrania durante la menopausa.
Le teorie più recenti riguardo i meccanismi patofisiologici responsabili dell’emicrania postulano un’alterazione del sistema neurovascolare. Esiste una condizione di un’aumentata eccitabilità delle cellule neuronali a livello cerebrale di base nei soggetti affetti da emicrania, causata da vari meccanismi. Inoltre, un’alterazione del flusso ematico cerebrale è stato osservato nel dolore emicranico.
La diagnosi si basa su un iter diagnostico clinico e strumentale. Uno stile di vita più salutare è certamente di giovamento, l’eccesso di caffè e fumo, come lo stress frenetico lavorativo, i digiuni prolungati, non fanno altro che indurre ulteriori fattori scatenanti per l’attacco. L’uso di contraccettivi anch’esso non raramente favorisce l’insorgenza degli attacchi ed il loro utilizzo è controindicato nelle donne affette da emicrania con aura e con disordini genetici della coagulazione. Per la cura dell’emicrania esistono non soltanto delle terapie per l’attacco, ma anche sempre più nuove terapie in profilassi.
La terapia in profilassi si impone laddove il paziente presenti un alta frequenza di attacchi o comunque nei casi severi e con un impatto negativo sulle attività quotidiane. Lo scopo è prevenire non soltanto l’insorgenza degli episodi dolorosi ma anche nel ridurre la frequenza e la gravità degli episodi stessi. La scelta fra le diverse proposte farmacologiche non è sempre agevole e dipende in parte dalle precedenti esperienze del medico- e dal suo aggiornamento specifico- e, soprattutto dalle caratteristiche del singolo paziente.
A cura del Dr Antonio Siniscalchi: U.O. di Neurologia dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza