Zika, è allarme globale: alto il rischio di epidemia

Dopo l’Ebola, adesso è la volta di Zika terrorizzare i medici  e le future madri di mezzo Mondo.

ZikaTrasmesso dalla puntura di una particolare zanzara – la Aedes, presente soprattutto in Sud America – il virus Zika non ha mietuto vittime, ma si è rivelato rischioso per le future madri. Sono stati registrati, infatti, casi di pazienti affette da Zika il cui feto ha mostrato gravi ed irreversibili malformazioni, in primis la microcefalia, ovvero una condizione che porta a uno sviluppo più contenuto del cranio rispetto al normale, con deficit di crescita che interessano anche il cervello. “Da diversi punti di vista l’epidemia di Zika è più grave dell’epidemia di Ebola registrata tra il 2014 e il 2015 – denuncia Jeremy Farrar, Presidente di Wellcome Trust, fondazione britannica di ricerca biomedica, che spiega anche come – La maggior parte dei portatori di virus è asintomatica. Si tratta di un’infezione silenziosa in un gruppo altamente vulnerabile di individui – le donne in gravidanza – che è associata a un esito orribile per i loro bambini”. Manifestabile con i classici sintomi influenzali, il virus Zika può essere appunto curato come una banale influenza dato che i sintomi – nei casi “manifesti” – sono molto simili a quelli di un normale malore stagionale: febbricola, eruzioni cutanee, dolori articolari. Per le donne in attesa, tuttavia, esiste il rischio più che concreto di compromettere la propria gravidanza e, purtroppo, non esiste un vaccino per prevenire l’insorgenza di questa malattia. “Il vero problema – spiega Mike Turner, Responsabile della Divisione Infezioni e Immunobiologia di Wellcome Trust – E’ che provare a sviluppare un vaccino che dovrebbe essere testato sulle donne in gravidanza è un incubo pratico ed etico”.

L’unico consiglio ragionevole, dunque, è quello di non recarsi nelle aree tropicali e sub-tropicali delle Americhe, specialmente se si sospetta o si sta programmando una gravidanza. Zika vanta un periodo di incubazione che varia dai 3 ai 12 giorni, con una comparsa dei sintomi che può durare da 2 giorni ad una settimana. Il virus, tuttavia, può anche non manifestarsi con alcun sintomo.

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