Una medicina più sobria, più rispettosa e più giusta: nasce il movimento Slow Medicine

Una tra le esperienze più frustranti ai giorni nostri, quando ci rechiamo dal medico curante o da uno specialista per uno stato di malessere  vedendo in loro l’unico motivo di speranza  contro la sofferenza, è data dal constatare che per il professionista in questione spesso non siamo altro che un numero, un carico di lavoro da smaltire in fretta, a cui è sufficiente dare un’occhiata superficiale per poi essere rimandati a casa con una bella terapia standard preconfezionata, e magari accompagnata dalle scontate raccomandazioni che anche le nostre nonne avrebbero saputo darci: riposo e poco stress.

Sembra che finalmente, anche nell’ambiente medico qualcosa stia cambiando, anche alla luce del fatto che tra i tanti medici frettolosi il cui pensiero dominante è la parcella, probabilmente ce ne sono altrettanti che vivono con grande scrupolo la propria esperienza professionale.

Una rete di medici senza gerarchie  si sono interrogati chiedendosi se fossero contenti di quanto realizzato nel corso della loro carriera professionale; costretti per onestà intellettuale a darsi una risposta negativa ha deciso di mettere in piedi un movimento in grado di ridare umanità a quella medicina che al giorno d’oggi sembra essersi posta in uno stato di subordinazione alla logica del “business first of all”.

Nasce di recente a Ferrara e nella giornata di oggi per la prima volta si presenterà al pubblico il movimento “Slow Medicine”  che in una visione totalmente patient-oriented delle scienze mediche, sui concetti di sobrietà, rispetto e giustizia baserà il proprio modus operandi.

Come si legge sul manifesto del neonato movimento,  “Interessi economici e ragioni di carattere culturale e sociale spingono all’eccessivo consumo di prestazioni sanitarie, dilatando oltre misura le aspettative delle persone, più di quanto il sistema sanitario sia poi in grado di soddisfarle”

“Fare di più non vuol dire fare meglio” sarà il leit motiv di fondo di questa innovativa corrente di pensiero alla luce dell’evidenza che la qualità in medicina si raggiunge  con “ascolto e capacità di comunicare perché valori, aspettative e desideri delle persone sono diversi e inviolabili”.

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