Super risonanza che brucia i tumori: al via i test in Italia

Può una risonanza magnetica contribuire a sconfiggere i tumori e a monitorare il funzionamento degli organi “stressati” da aggressivi cicli di chemioterapia? Se si tratta di una super risonanza, si.

super risonanza L’innovativo macchinario, combinato con un altro strumento che emette ultrasuoni ad altissima intensità, è stato presentato ieri presso l’Irst (Istituto scientifico romagnolo per la cura dei tumori). La super risonanza potrebbe rappresentare una rivoluzione nella cura delle patologie tumorali, una valida alternativa alla chemioterapia, troppo spesso portatrice di effetti collaterali devastanti per il paziente. La super risonanza è stata definita da Dino Amadori, direttore scientifico dell’Ircs (Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico) “Una realtà all’avanguardia non solo in Italia ma in Europa, che consentirà di dare al via ad una piano di ricerca per la diagnosi e cura dei tumori unico nel panorama internazionale”.

In cosa consiste, precisamente, la nuova terapia oncologica portata avanti con l’ausilio di questi due macchinari? Lo spiega proprio Amadori: “La particolarità di questo strumento chiamato Rm 3Tesla con sistema Hifu (High-Intensity Focused Ultrasound), è di avere una potenza doppia rispetto alla risonanza ‘standard’ e ciò permette di ‘vedere’ lesioni tumorali di solo un millimetro quando in genere sotto i 5 millimetri non sono monitorabili. Non solo, è possibile analizzare meglio i tessuti compresi quelli molli”. Grazie all’ausilio del macchinario che emette ultrasuoni, la super risonanza magnetica può “bruciare” con precisione le cellule maligne, nonchè registrare il funzionamento dei diversi organi, come cervello, cuore e fegato. “Studiando il cervello – precisa Amadori – si possono vedere le reazioni delle diverse aree al dolore e se ne può monitorare l’intensità.

Ciò ci consentirà di curarlo meglio”. Monitorando le funzioni di cuore e fegato, la super risonanza sarà invece in grado di identificare un eventuale sovradosaggio dei farmaci chemioterapici, che possono causare in un organismo già malato danni gravi e permanenti.
Il super macchinario entrerà all’opera a pieno regime il prossimo mese; per i tre anni successivi alla sperimentazione verranno portati avanti tre progetti di ricerca, per valutare rischi e benefici di questa terapia comunque poco invasiva per il corpo.

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