Sindrome dell’occhio secco: possibile cura in futuro?

Cosa hanno in comune la menopausa, l’anzianità e la propensione ad utilizzare per un periodo prolungato PC, smartphone o tablet? La risposta è tanto semplice quanto sorprendente: sono tutte condizioni che possono favorire l’insorgere della cosiddetta “Sindrome dell’occhio secco”.

OCCHIO-SECCO Questa patologia, che colpisce almeno un milione di Italiani, presenta sintomi piuttosto comuni. “Si va dal bruciore oculare, alla ‘fotofobia’ e alla percezione di corpo estraneo nell’occhio, per giungere fino all’arrossamento e all’affaticamento che si provano quando si trascorre molto tempo a guardare con attenzione uno schermo”, come ben spiegato dal professor Stefano Bonini, Direttore della Cattedra di Oftalmologia del Campus Bio-Medico di Roma. Alterazioni ormonali, soprattutto nelle donne (dovute a menopausa o gravidanza) ed utilizzo di alcuni farmaci come cortisone, antidepressivi o diuretici possono peggiorare la situazione.

Ma non solo condizioni comuni come le allergie o gli sbalzi atmosferici possono permettere l’insorgere della fastidiosa sindrome. Incredibile ma vero, l’utilizzo prolungato di computer, smartphone ed affini possono compromettere la corretta lacrimazione dell’occhio, processo indispensabile per il funzionamento della nostra vista. “Le lacrime sono fondamentali per la salute dell’occhio – sostiene fermamente il professor Bonini – giacchè, distribuendosi sulla superficie oculare grazie all’ammiccamento delle palpebre, consentono di mantenere lubrificato l’occhio. È sempre grazie al film lacrimale che l’occhio viene protetto da eventuali sostanze estranee e che la cornea riceve le necessarie sostanze nutritive”.

Il riconoscimento tempestivo dei sintomi della sindrome dell’occhio secco è fondamentale, continua il professore, per ottenere una corretta ed efficace terapia medica. “La pellicola lacrimale – incalza lo specialista – deve sempre avere una componente acquosa, una grassa e una mucosa. Proprio per questo sono attualmente in sviluppo nuovi trattamenti che nel futuro potranno consentire di rispondere meglio ai bisogni non ancora completamente soddisfatti di molti pazienti”. Trattamenti che il Gruppo biofarmaceutico Dompé sta cercando di mettere a punto per risolvere definitivamente i problemi legati alla sindrome dell’occhio secco. Eugenio Aringhieri, CEO del Gruppo Dompé, ha ben spiegato i fondamenti della ricerca portata avanti dal gruppo. “Abbiamo deciso di focalizzarci nella Ricerca & Sviluppo in ambito oftalmico, sviluppando e mettendo a punto la variante ricombinante umana del Nerve Growth Factor, molecola che è in fase di sperimentazione anche in pazienti con sindrome dell’occhio secco da moderata a severa.  In quest’area – continua Aringhieri – stiamo inoltre lavorando per individuare nuovi trattamenti. In particolare la Lubricina, un lubrificante naturalmente presente nell’organismo, è attualmente in valutazione in pazienti con occhio secco. Un ulteriore segnale di come la ricerca possa aprire nuovi percorsi terapeutici sino ad ora inesplorati”.

Terapie a parte, come evitare l’insorgere della fastidiosa sindrome dell’occhio secco nella vita di tutti i giorni? Bastano piccolissimi accorgimenti per preservare la salute dei nostri occhi: ridurre al minimo l’uso dell’aria condizionata, stare lontani da inquinamento e fumo di sigaretta e ultimo, ma non per importanza, limitare la permanenza “oculare” su tablet, smartphone e simili al “minimo sindacale”. Un “like” in meno su Facebook e i nostri occhi di certo ringrazieranno!

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