Da cura miracolosa a truffa scientifica: la legge “condanna” Stamina

Era stata salutata come cura miracolosa per tutti quei pazienti affetti da gravi e spesso letali patologie. Eppure, la medicina e la giustizia italiana non hanno mai creduto ai benefici – veri o presunti – portati dal metodo Stamina.

Vannoni e il metodo Stamina Nella giornata di ieri, il GUP torinese Potito Giorgio non ha indugiato neanche per un istante nel definire l’infusione di cellule staminali – metodo “sdoganato” da Davide Vannoni – una “Enorme truffa scientifica”. L’occasione per condannare apertamente il metodo Stamina e il suo ideatore è stata servita a Potito Giorgio sul piatto d’argento nell’ambito della pubblicazione delle motivazioni che hanno portato alle condanne con rito abbreviato a sei mesi di Carlo Tomino, ex funzionario dell’Aifa, e a due anni di Marcello La Rosa, ex braccio destro di Vannoni.

“Si deve ritenere che sia stata raggiunta la prova non solo dell’inutilità e della mancanza di fondamento scientifico, ma anche della potenziale nocività e pericolosità dello stesso” ha sottolineato il GUP di Torino nelle 175 pagine di motivazioni, nonostante le infusioni di cellule staminali proposte da Vannoni abbiano portato un beneficio nei pazienti sottoposti alla cura. I piccoli miglioramenti in un quadro clinico piuttosto complesso di un paziente sottoposto al metodo non bastano però a far gridare al miracolo, né tanto meno alla rivoluzione medica del secolo. Anzi.

Il GUP punta in particolare il dito contro Carlo Tomino, reo di aver permesso di applicare il metodo Stamina presso gli Spedali Civili di Brescia “Pur essendo perfettamente consapevole della mancanza di fondamento scientifico del metodo Stamina”: una dimostrazione di debolezza che, per la giustizia italiana, sarebbe potuto costare la vita ad uno o più pazienti che avevano deciso, in preda alla disperazione, di abbracciare il “sistema” Vannoni. Un argomento che farà ancora discutere e dividerà la comunità medica e non solo.

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