L’attività congiunta di farmacisti e medici può contribuire a ridurre i fattori di rischio cardiovascolare e diminuire i costi sociali legati alle patologie cardiache. Uno studio del Cnr di Roma

Il Servizio di prevenzione e protezione del Consiglio nazionale delle ricerche (Spp-Cnr) di Roma e la Società Strale, che si occupa di tecnologia applicata alla Medicina, con la collaborazione di Roberto Adrower, farmacista, sta attuando uno studio di prevenzione dal titolo Farmacia cardiometabolica, focalizzato sulla ricerca dei fattori di rischio cardiovascolare nella popolazione afferente alle farmacie italiane. “Abbiamo sviluppato – segnala una nota del Cnr – una cartella clinica computerizzata dove il farmacista immette i dati cardiometabolici: pressione arteriosa, indice di massa corporea, circonferenza addominale, glicemia, colesterolo totale e HDL, trigliceridi, fumo di sigaretta, frequenze alimentari”, spiega Roberto Volpe, medico e ricercatore del Servizio di prevenzione e protezione del Cnr, responsabile dello studio. “In base alle informazioni raccolte si calcola il rischio cardiovascolare a 10 anni; dopo di che l’elaborato viene restituito alla farmacia con l’aggiunta di consigli dietetici ad hoc. Il soggetto è successivamente controllato a distanza e, ove necessario, indirizzato al proprio medico di famiglia”. Uno studio pilota, appena iniziato, ha monitorato circa 150 persone nelle regioni Lazio, Campania, Abruzzo e Calabria.
“L’importanza di tale modello, ben presto esteso a tutto il territorio nazionale”, sostiene Roberto Adrower, “consiste nell’indurre il soggetto a rischio cardiovascolare alla consapevolezza del proprio stato, con l’obiettivo di ridurre il rischio e con esso i costi sociali”. Il costo di un infarto acuto, infatti, è quantificato in 7.000-8.000 euro annui, ai quali vanno sommati gli oneri dovuti all’invalidità e alla perdita di giornate lavorative. “Non si tratta di medicalizzare una popolazione sana, ma di selezionare i soggetti critici con l’obiettivo di migliorarne lo stile di vita generale. In tal senso, la farmacia cardiometabolica può rappresentare un bilanciamento corretto tra razionalizzazione e qualità del servizio sanitario garantito su tutto il territorio”. La farmacia, dunque, viene giudicata dagli autori del progetto un presidio importante per le attività di prevenzione sul territorio, come indicava lo studio della Scuola di Direzione Aziendale dell’Università Bocconi, commissionato dalla Fondazione Cannavò e dalla Federazione. Il che conferma anche la validità della scelta della Legge 62/2009 di attribuire alla “Farmacia dei Servizi” un ruolo nelle campagne di prevenzione delle principali patologie a forte impatto sociale, anche effettuando analisi di laboratorio di prima istanza cui, ora, si aggiungono strumenti ad hoc come questo.

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