In aumento i casi di dipendenza da internet tra i bambini

I medici lanciano l’allarme: stanno aumentando i casi di bambini e ragazzini affetti da “Internet addiction disorder”, cioè dai disagi di chi si collega per troppe ore al giorno con la rete, un problema definito in altri termini come abuso-dipendenza da internet, che, sostiene la Canadian Medical Association «è reale come l’alcolismo, provoca come le altre patologie da dipendenza problemi sociali, sintomi astinenziali, isolamento, problemi coniugali e prestazionali, problemi economici e lavorativi». Nel caso dei bambini, in particolare, si registra la difficoltà a costruire una relazione con gli altri, l’instaurarsi di una situazione di apatia che è del tutto simile a quella provocata dalle droghe, e già alle scuole elementari possono  manifestarsi disturbi cognitivi e della memoria dovuti al troppo tempo trascorso “a navigare” sulla rete. Complice di tutto questo è anche la tecnologia, che avanza sempre più e propone un accesso alla rete sempre più facile e diffuso: non sono più solo gli adolescenti a stare letteralemnte attaccati ad internet sul pc di casa, ma tantissimi bambini che “navigano” con i nuovi telefonini, sempre più sofisticati e potenti, o addirittura con i tablet o gli IPAD, dappertutto, persino al parco, in auto o in gita con i genitori. Ormai li chiamano i bimbi-touch, per la loro dimestichezza con i touch-screen di questi nuovi dispositivi. Con gli smartphone e i tablet l’accesso alla rete diventa sempre più semplice e le situazioni di rischio aumentano. Già nel 2008 l’Istat sosteneva che il cellulare era il primo strumento per cimentarsi nella «creazione e manipolazione di contenuti multimediali. In media si comincia a usare abitualmente Internet a 10 anni, ma una percentuale significativa di bambini ne fa uso già a 6». In questi quattro anni, con gli smartphone e i tablet le situazioni di rischio aumentano. Alfio Lucchini, psichiatra, psicologo clinico e psicoterapeuta, direttore del dipartimento delle dipendenze della Asl Milano 2 e presidente di Federsed, federazione italiana degli operatori dei dipartimenti e dei servizi delle dipendenze, rivela che recenti ricerche dimostrano che nel nostro paese tra gli studenti delle medie inferiori e superiori il 20% sono a rischio di problemi da Internet, 30% sono abusatori e il 5% ha sintomi di dipendenza. Il tutto mentre i genitori sanno poco della vita dei figli online. E Cesare Guerreschi, presidente della Siipac, Società italiana intervento patologie compulsive spiega: «va fatta una riflessione seria sui rapporti tra giovani e nuove tecnologie, ad esempio per capire a quale età è giusto che inizino ad usarle. Qualcuno parla di 4 o 5 anni. La cosa importante è non lasciarli mai da soli quando si avvicinano a computer o smartphone. Solo attraverso il confronto adultoragazzino, si possono far capire quali sono le cose più indicate per una certa età».

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