Fumo, linea dura del Ministero: attenzione ai minori

In amore e in guerra tutto è concesso, così recita un vecchio adagio. Non fa differenza la lotta al tabagismo, responsabile del 9 percento dei decessi nel Mondo

fumo Che sia attivo o passivo, poco importa: il fumo fa male e può anche uccidere. Ecco perchè il Ministero della Salute nostrano, abbracciando la normativa antifumo dell’Unione Europea, è decisa a dichiarare guerra al tabagismo utilizzando tutte le frecce al proprio arco, dalla commercializzazione di pacchetti “choc” all’istituzione di pesanti sanzioni in caso di vendita di sigarette ai minori.

“L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) rende noto che ogni anno circa 6 milioni di persone muoiono per cause legate al tabacco. Se tutto questo non dovesse subire un brusco cambiamento di tendenza, nel corso del 21esimo secolo si potrebbe registrare fino a 1 miliardo di morti premature – ammette sconsolato il dottor Salvatore Barberi, Pediatra Pneumo-allergologo dell’Azienda Ospedaliera Fatebenefratelli e Consigliere Nazionale della SIPPS (Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale) – Il decreto proposto dal Ministro della Salute Lorenzin – continua l’esperto – va certamente nella direzione giusta e corregge le mancanze di quei genitori che mettono da parte il buon senso e decidono di fumare, incuranti dei danni che possono causare ai propri figli. I bambini sono infatti i più fragili e i più esposti al fumo passivo. Ma questo avviene non solo in macchina: l’esposizione al fumo passivo si determina, infatti, anche tra le mura domestiche”.

Sono infatti i minorenni e soprattutto i bambini l’ “anello debole” in materia di tabagismo. “In età pediatrica il tabacco costituisce il fattore nocivo ambientale più significativo per la salute dei bambini. Risalgono agli anni ’60 i primi studi epidemiologici su esposizione al fumo passivo e salute”, spiega Barberi. Alle dichiarazioni dello Pneumologo pediatrico fanno eco quelle del dottor Giuseppe Di Mauro, Presidente SIPPS. “L’esposizione al fumo passivo è associata ad alcuni effetti negativi sulla salute dei bambini: dalla prematurità alla mortalità perinatale, dal ritardo di crescita intrauterino alla sindrome della morte improvvisa del lattante (SIDS), fino a sintomi respiratori e malattie quali l’asma ed le malattie cardiovascolari e le patologie dell’orecchio medio (MED). Il fumo materno post-natale e quello paterno hanno invece aumentato il rischio di un intervento chirurgico per patologie dell’orecchio medio”.

Di Mauro avverte: “Il più importante fattore di rischio in gravidanza è fumare: è infatti associato al 5 percento di morti infantili, al 10 percento di nascite pretermine, al 30 di nascite di bambini SGA (Small for Gestational Age). Inoltre, il fumo attivo e l’esposizione al fumo passivo in gravidanza aumentano il rischio di infertilità, distacco di placenta, rottura prematura delle membrane e placenta previa”. Numeri che devono far riflettere e spingere ad una scelta: rinunciare ad una “bionda” in cambio di una vita oggi si può.

 

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