Salute a rischio per i biocarburanti: lo rivela uno studio choc

“Prodotto che consente di produrre energia pulita a partire dagli scarti di alcuni alimenti derivati dalla lavorazione di piante, semi, scarti agricoli o da coltivazioni apposite”: questa è, in soldoni, la definizione di “biocarburante”. Come può un prodotto cosiddetto naturale essere un rischio per la salute della popolazione?

biocarburanti Uno studio condotto dai ricercatori della Lancaster University avrebbe svelato lo choccante arcano. I biocarburanti, spesso ottenuti dalla coltivazione di alberi come il pioppo, il salice e l’eucalipto, sarebbero responsabili, seppur indirettamente, della produzione di isoprene, ritenuto da sempre un precursore dell’ozono. Stando alla ricerca coordinata da Nick Hewitt e pubblicata sulla rivista Environmental Science & Technology, elevate concentrazioni di ozono rappresenterebbero un rischio altissimo per l’agricoltura e, di riflesso, per la nostra salute.

Le stime europee, infatti, parlano di almeno 22mila morti premature all’anno dovute all‘alta concentrazione di ozono, quest’ultimo rivelatosi letale anche per due colture importantissime in Italia, quelle del mais e del grano. La ricerca condotta dal team di Hewitt mira a sensibilizzare l’Unione Europea sul delicato tema, invitando a coltivare le piante destinate alla produzione di biocarburanti a distanza di sicurezza dalle colture indirizzate ad uso alimentare, oltre che lontano dai centri abitati, per prevenire la formazione di elevate concentrazioni di ozono, prevenendo così l’inquinamento e salvare, con un semplice gesto, delle vite.

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