App mediche: è bene fidarsi? Il parere degli esperti

L’Universo medico a portata di mano. Farmacologia e medicina entrano di diritto nell’Olimpo delle applicazioni per smartphone, tablet & co. . Una rivoluzione tecnologica che presenta, però, dei notevoli rischi.

app medicheDi applicazioni dedicate alla salute ed al benessere si è discusso in maniera esaustiva lo scorso giovedì a Roma, nell’ambito del 5oesimo Congresso Nazionale dedicato alla “Mobile Health” promosso dalla Società Italiana di Telemedicina e Sanità Elettronica (SIT)Francesco Vellucci, del Comitato di Consulenza sulla Sicurezza della SIT ha sottolineato come siano numerosi i vantaggi ottenuti dal proliferare di queste app mediche (passate in brevissimo tempo da 40mila a ben 100mila, scaricabili senza alcun problema da un qualunque dispositivo mobile). “Le nuove tecnologie offrono notevoli benefici in termini di facilitazione di diagnosi, terapia e formazione, ottimizzazione dei processi di cura, autogestione e consapevolezza del paziente”, premette Vellucci.

Siamo di fronte ad una vera e propria rivoluzione senza rischi, quindi? Le obiezioni a tale assunto sarebbero parecchie. La violazione della privacy, innanzitutto: alcune applicazioni, infatti, chiederebbero al paziente “telematico” una vasta mole di informazioni personali, senza peraltro specificare l’uso delle stesse. Una problematica alla quale il nostro Paese ha deciso di ovviare obbligando gli ideatori di tali applicazione ad informare in maniera esaustiva gli utenti, secondo le direttive dell’Autorità del Network.
Altra spinosa questione riguarda la validità e la veridicità delle informazioni medico-sanitarie fornite dalle app. Non bisogna dimenticare che nessuna applicazione, per quanto valida, può sostituirsi al parere di un medico nè ad una visita specialistica. Il Ministero della Sanità italiana sta elaborando un progetto importante: la creazione di un Registro per le App mediche e di un Osservatorio permanente sulle applicazioni. “Cerchiamo di delineare per le app mediche un quadro normativo per potere vigilare, controllare in qualche modo e poi mettere a disposizione del cittadino uno strumento facile da consultare” spiega Marcella Marletta, a capo della Direzione Generale Dispositivi Medici. Un’idea ambiziosa, che per essere realizzata ha bisogno di “Linee guida — aggiunge Marcella Marletta — individuando i criteri e i processi di catalogazione delle app in relazione al loro livello di rischio”.

 

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